Sanità, nomine DG Asl. Conca: “Dubbi sul bando. Va rivista la legge che lascia troppa discrezionalità alla politica regionale”

Ricordo ancora le invettive agostane del Capo Dipartimento della Sanità pugliese, Giancarlo Ruscitti, quando mi suggeriva di studiare il D.lgs 171/2016 che ha regolamentato la nomina dei DG in attuazione dell’articolo 11 della Legge 124/2015. In quell’occasione mi elencò i vari step previsti dalla norma nazionale, che io conoscevo benissimo, omettendo di rispondere all’unica domanda che gli avevo posto. Gli avevo chiesto di pubblicare i nominativi di tutti i 65 partecipanti al bando, ma si trincerò dietro un’inverosimile diritto alla privacy per tutelare da un ipotetico danno di immagine i 41 che non erano rientrati nelle rose ristrette. Forse vi erano diverse posizioni manageriali (DA – DS) incompatibili con la loro accertata inidoneità al ruolo di DG? A quel punto interessai il ministero che mi confermò che non vi era obbligo di pubblicazione di tutti i nomi e che la Regione stava aspettando il parere del proprio ufficio legale. Da allora nulla è successo, ma ritengo che, per trasparenza e correttezza nei confronti dei candidati non ammessi, debbano essere resi pubblici. È infatti evidente che, una volta comunicata la mia istanza di accesso ai vari partecipanti ed in assenza di opposizione, la Regione avrebbe dovuto rendere ostensibili i dati. Dagli atti giuntali pubblicati su cifra in data 2 agosto 2018 si evince che le rose erano composte da 6 nomi per le Asl di Bari e Taranto, 8 per quella di Brindisi. Dalle pagine della Gazzetta ho appreso che anche per la scelta del DG del Policlinico la rosa sarà di otto candidati. Al netto degli arrestati Quinto e Montanaro, dei nominativi assegnati ad altre direzioni generali, Sanguedolce, Pasqualone e Migliore, dei nomi con incarichi in essere come Dattoli e Gorgoni che non si sono neanche presentati, dei nominativi di altre regioni che non erano interessati, residuano in ciascuna rosa solo i nominati e alcuni candidati di altre regioni che, accampando le assurde motivazioni sulle indisponibilità per ragioni economiche, hanno rinunciato. Mi chiedo: i candidati non pugliesi non erano a conoscenza sin dalla presentazione della candidatura delle difficoltà logistiche e delle condizioni economiche ritenute non consone al proprio status? Perché hanno partecipato? Sarei quindi curioso di leggere i nominativi delle rose ristrette delle altre regioni, poiché, ove ci fossero nomi pugliesi, l’arcano sarebbe svelato. Addirittura per la Asl Bari si è scelto un dg, Antonio Sanguedolce, che nella rosa proposta con riferimento alla specifica ASL non era presente, sì che allo scopo di conferirgli comunque la nomina la Giunta, facendo riferimento a imprecisate sopravvenute cause ostative alla nomina di alcuni candidati inseriti nella rosa ASL BA rispetto alla data di conclusione dei lavori della commissione di esperti, ha utilizzato tutte le tre rose dei candidati proposte dalla commissione medesima, con ciò vanificando la comparazione già operata da quest’ultima ed effettuando un’operazione non contemplata dalla norma nazionale. Ruscitti e Emiliano dovrebbero spiegarci qual è la ratio per cui un nominativo è stato ritenuto idoneo per rivestire l’incarico in una determinata ASL e non per rivestirlo in un’altra che, ancorchè più grande, è sovrapponibile per dinamiche organizzative, assetti sanitari e complessità.
Il modo di procedere è indicativo di una eccessiva discrezionalità da parte dell’ente regione, su cui il Ministero della Salute dovrà porre rimedio anche intervenendo sul peso che nella valutazione assume l’esperienza di direttore generale precedente all’entrata in vigore della norma e quindi presumibilmente legata ad un incarico conferito sulla scorta di appartenenze politiche. Ma siamo sicuri che i criteri posti a fondamento della predisposizione delle rose siano stati tali da confermare i vecchi direttori generali graditi alla Giunta Emiliano? Essere preso in giro in maniera così lapalissiana non è per me tollerabile, per questo ho partecipato la nota al ministro Giulia Grillo chiedendole di intervenire sulla scorta delle considerazioni sopra riportate e per farla riflettere su una legge che ha solo creato illusioni di trasparenza ma è peggio di quello che accadeva negli anni novanta, allorquando il governatore, senza false selezioni, nominava direttamente i suoi fedelissimi.
Qui di seguito il comunicato stampa

DG Asl. Conca (M5S): “Rivedere la legge sulle nomine. Troppa discrezionalità alle Regioni”

Il consigliere del M5S Mario Conca torna a chiedere i nominativi dei candidati che hanno partecipato al bando per la selezione dei Direttori Generali delle Asl pugliesi e del Policlinico di Bari e quelli di tutti coloro che hanno superato la selezione e sono stati proposti dall’apposita Commissione al Presidente Emiliano per la nomina, dal momento che una volta resa nota la richiesta di accesso agli atti nessuno si è opposto.

“Dagli atti della Giunta dello scorso 2 agosto – dichiara Conca – si evince come le rose ristrette fossero composte da sei nomi, per le Asl di Bari e Taranto, e otto per quella di Brindisi e per il ruolo di Direttore generale del Policlinico di Bari. Al netto degli arrestati Quinto e Montanaro, dei nominativi assegnati ad altre direzioni generali, e di quelli di altre regioni che non erano interessati, restano  in ciascuna rosa solo i nominati e alcuni candidati di altre regioni che, accampando assurde motivazioni di indisponibilità per ragioni economiche, hanno rinunciato. Mi chiedo: i candidati non pugliesi non erano a conoscenza sin dalla presentazione della candidatura delle difficoltà logistiche e delle condizioni economiche ritenute non consone al proprio status? Perché hanno partecipato? Sarei quindi curioso di leggere i nominativi delle rose ristrette delle altre regioni, poiché, ove ci fossero nomi pugliesi, l’arcano sarebbe svelato”.

Conca sottolinea come per la Asl Bari sia stato scelto un Direttore Generale, Antonio Sanguedolce, assente nella rosa dei candidati per quella Asl, ma presente in quella per le Asl di Taranto e Brindisi

“Per conferirgli comunque l’incarico –continua il pentastellato la Giunta facendo riferimento a imprecisate cause ostative per la nomina di alcuni candidati presenti nella rosa ristretta per la ASL/BA, ha utilizzato le rose proposte per altre Asl vanificando, in questo modo, la comparazione già operata dagli esperti ed effettuando un’operazione non contemplata dalla norma nazionale. Ruscitti e Emiliano dovrebbero spiegarci per quali ragioni un nominativo sia stato ritenuto idoneo per rivestire l’incarico in una determinata ASL e non per rivestirlo in un’altra sovrapponibile per dinamiche  organizzative, assetti sanitari e complessità.”

“Il modo di procedere – incalza Conca – è indicativo di una eccessiva discrezionalità da parte dell’ente Regione, su cui il Ministero della Salute dovrà porre rimedio anche intervenendo sul peso che, nella valutazione, assume l’esperienza di direttore generale precedente all’entrata in vigore della norma e quindi presumibilmente legata ad un incarico conferito sulla scorta di appartenenze politiche. La sensazione è che i criteri posti a fondamento della predisposizione delle rose siano stati tali da portare unicamente alla  conferma dei vecchi direttori generali graditi alla Giunta Emiliano.  Essere preso in giro in maniera così evidente non è tollerabile, per questo ho inviato una nota al ministro Giulia Grillo per chiederle di riflettere sulla legge del 2016 che ha solo creato illusioni di trasparenza, ma, di fatto – conclude – ha creato situazioni peggiori di quanto non accadesse negli anni novanta, quando il governatore, senza false selezioni, nominava direttamente i suoi fedelissimi.”

Qui di seguito le Delibere di Giunta regionali e gli allegati relativi alle rose ristrette:

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