Autovelox SS 96 – Depositato Esposto in Procura!

Autovelox SS96. Conca (M5S) presenta esposto e petizione online. “Soldi delle multe vadano in un fondo dedicato ai trasporti”

“Sarà un magistrato ad occuparsi adesso della questione dell’autovelox posto dal comune di Grumo sulla strada statale 96 che collega Bari a Matera e che ogni giorno mette a rischio la sicurezza degli automobilisti costretti a brusche frenate per non superare un limite di 40 km/h su un rettilineo in discesa”. Lo dichiara il consigliere del Movimento 5 Stelle Mario Conca che ha depositato al tribunale di Bari un esposto per verificare la legittimità del rilevatore di velocità. 

“Da aprile sollecito le istituzioni competenti a intervenire, perché l’autovelox non è adeguatamente segnalato. Ho denunciato più volte la situazione – spiega il consigliere – per tutelare gli automobilisti che si trovano a dover frenare all’improvviso mettendo a repentaglio la sicurezza propria e degli altri. Ho dimostrato l’illegittimità di quell’autovelox che è stato posizionato senza il decreto prefettizio che lo autorizza, come prevede l’articolo 4 della legge 168 del 2002. Ho documentato una segnaletica non adeguata per il dispositivo di rilevamento delle infrazioni. Ma soprattutto ho denunciato una situazione d’ingiustizia: un autovelox deve garantire la sicurezza degli automobilisti, non arricchire le casse del Comune. Non porto avanti una battaglia contro gli autovelox, ma contro quelli illegittimi, che si trasformano in un’ingiusta tassazione per automobilisti ignari. Sono stati già registrati 8mila verbali in assenza di legittimità. Qualcosa già sta cambiando: oggi Anas è corsa ai ripari incrementando la segnaletica orizzontale e verticale che avverte della presenza del dispositivo. Adesso il compito di appurare se sia stato fatto tutto nel rispetto della legge, passa al magistrato”. 

Il consigliere, inoltre, annuncia una petizione online: “Con la raccolta firme voglio chiedere la modifica dell’articolo 142 del codice della strada introducendo la possibilità che le somme ricavate dalle multe siano destinate a un fondo dedicato ai trasporti e vigilato dal Mef, per fare in modo che i Comuni non possano più rimpinguare le loro casse con le multe”. 

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BARI

e per conoscenza

AL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

AL MINISTRO DEGLI INTERNI

ALLA CORTE DEI CONTI

ALLA QUESTURA DI BARI

ALLA PREFETTURA DI BARI

ALL’ANAS PUGLIA

 

                              ESPOSTO

Io sottoscritto Mario Conca, nato ad Esslingen (Germania) il 03.05.1971, residente in Gravina di Puglia (Ba), in proprio ed in qualità di Consigliere Regionale della Puglia, espongo quanto segue.

Mi riferisco alla ormai nota vicenda del tratto stradale in agro di Mellitto (S.S. 96 al km 97,500 e tratto precedente e successivo) che a partire dal 2016, da quando il Comune di Grumo Appula ha installato il rilevatore di velocità (autovelox mobile) sul tratto in questione, si sono verificati numerosi incidenti, anche mortali. Lo scenario entro il quale si è inserito tale rilevatore di velocità – illegittimo, per assenza di autorizzazione prefettizia – è costituito da a) cantiere perenne (gestito da Anas) di allargamento strada e carreggiata, b) pendenza pericolosa anche per la visibilità (per chi proviene da bari verso Altamura), c) imposizione (preesistente) di limite a 40 km/h. d) caratterizzazione stradale “ad imbuto” (ad inizio cantiere, poco prima dell’autovelox mobile) per passaggio da strada a quattro corsie con spartitraffico (con limite di velocità proprio della S.S.) a tratto a due corsie complessive, senza spartitraffico.

Tali scelte sconsiderate sembra abbiano determinato le migliori condizioni per condurre a pericolo stradale ed incidenti.

In sostanza, qui di seguito, si andranno a sviscerare le condotte degli enti ed istituzioni preposti alla gestione, al controllo e al rilascio delle autorizzazione di legge.

A titolo esemplificativo allego alla presente una selezione di notizie apparse e diffuse via web, sia in epoca recente, sia risalente ad anni addietro (Allegato 1,2,3,4).

Nel contempo, da quando rivesto la carica di Consigliere Regionale, ed ancor più nel passato più recente, numerosi cittadini mi hanno segnalato la pericolosità del tratto stradale a causa di una serie di fattori che di seguito indicherò, fornendo – sulla loro esistenza anche attuale – elementi oggettivi di riscontro.

Come si rileva dalla rassegna stampa allegata, il tratto stradale in oggetto è interessato da lavori di allargamento e rifacimento, altrettanto oggettivamente – fermi da anni a causa di contenziosi.

Il risultato di tale situazione è la sussistenza di una strada ad alta densità di scorrimento, lavoratori e turisti, assolutamente non adatta alla fruibilità in sicurezza. La prova evidente è la concentrazione di incidenti mortali, unito al dissenso della opinione pubblica preoccupata da tale condizione che appare “senza fine”.

Ritengo che la giustificazione eventualmente opponibile circa la presenza di contenziosi che “bloccano” un cantiere non possano giustificare in alcun modo la permanenza di un tratto stradale in stato di sostanziale abbandono.

Tra l’altro esso stesso risulta strutturato, proprio perché incompleto, in modo tale da costituire attuale pericolo per le comunità. Pericolosità – in passato – testimoniata, dalle notizie di cronaca, senza che gli Enti preposti al controllo e gli Enti preposti alla posa in opera e realizzazione di tali opere infrastrutturali siano mai intervenuti a modificare il complesso della condizione in cui versa tale tratto stradale; aggiungo: senza che mai alcun Ente tra questi abbia manifestato l’intenzione di controllare o modificare tale situazione di pericolo.

Anzi, vi è da sottolineare che l’Anas (cfr. Mia Pec del 02.07.2019 al Prefetto), imponendo il limite di 40 km/h su quel tratto, non ha rispettato i tempi /cfr. Ordinanza nr 40) che consentiva tale limitazione entro un limite di tempo ben più breve, imponendolo diverso tempo prima e continuando ancor oggi ad imporlo.

L’effetto della imposizione sostanzialmente permanente di tale limitazione fa supporre, con elevato grado di possibilità, in costanza di perenne cantierizzazione del tratto in oggetto di strada statale, che siano occorsi incidenti – anche mortali – a causa della condotta di guida imposta forzosamente a chiunque transiti.

Si tratta, infatti, di un tratto di strada, antecedente e successivo, per il quale è consentito il transito “veloce” – sicuramente ben al di sopra del limite dei 40 km/h, per cui i veicoli che non percepiscono avvertimenti (assenza di cartellonistica, fissa e mobile, e/o avvisi sul successivo ridottissimo limite), “piombano” letteralmente sul tratto (con limite di 40 km/h) essendo costretti a frenate brusche che costringono i veicoli che si susseguono ad altrettante frenate brusche, con gli effetti ormai noti di tamponamenti ed incidenti anche mortali!

Se a questo si aggiunge che il tratto stradale – proprio per effetto di questa perenne cantierizzazione – risulta inserito in un contesto stradale più ampio (antecedente e successivo) costituito da una viabilità “veloce e scorrevole”, con limiti di velocità propri delle strade statali, che si riduce (effetto imbuto) nel tratto interessato dall’autovelox a due corsie senza spartitraffico e con limite ridotto drasticamente a 40 km/h senza una progressiva segnaletica verticale che faccia ridurre la velocità di marcia! Ben si comprende quanto si completi uno scenario oggettivo di pericolosità che rende perplessi sulla “gestione” della cantierizzazione.

Come se non bastasse, ad aggravare tale situazione, ormai da anni, il Comune di Grumo Appula ha contribuito ad aumentare tale pericolo e comunque in spregio alle normative vigenti ha provveduto ad installare – proprio in quel tratto di strada – un rilevatore di velocità (autovelox mobile) che risulta oggettivamente sfornito sia di autorizzazione prefettizia – necessaria ed obbligatoria in questi casi a mente delle disposizioni della Circolare del Ministero dell’Interno del 21.07.2017 – che di segnaletica fissa e mobile così come il codice della strada impone (e.g. pannelli a messaggio variabile).

Infatti, il Comune di Grumo Appula, nel corso delle rilevazioni di velocità, omette di porre il secondo cartello mobile, che tra l’altro deve essere strutturato in modo conforme ai dettami vigenti, sia di legge che regolamentari: stilema raffigurante casco nero (cfr direttiva Minniti 21.07.2017 Prot. n. 300/A/5620/17/144/5/20/3). Per di più il controllo avviene – come da me personalmente constatato nonché riferitomi anche da altri cittadini – senza la costante presenza né di personale in divisa né di auto della Polizia Municipale del Comune di Grumo né di lampeggiante.

Tali circostanze appena riferite sono state cristallizzate sia da rilievi fotografici scattati dal sottoscritto nonché da altri numerosissimi cittadini.

Per quanto la situazione appare chiara nella sua non conformità ad una serie di prescrizioni legali e regolamentari – mi riferisco non solo alla imposizione di autovelox mobile, ma a tutta la condizione di cantiere del tratto stradale – ben potrà la Sv appurare tale situazione di pericolo costante attraverso anche gli Organi delegati.

Ma le circostanze oggettive a cui farò riferimento in calce dovrebbero ancor più rendere legittima e doverosa una verifica da parte della Sv, perché sintomatiche non solo di un mancato rispetto Istituzionale, doveroso in caso di proposte di quesiti a cui non vi è stata mai risposta, ma ancor più grave, allorquando, nell’unico riscontro (Pec Prefettura del 26.06.2019) ottenuto, si fa riferimento a dichiarazioni rilasciate da non meglio identificati rappresentanti di Organi convocati dallo stesso (Anas e Comune di Grumo), che si limitano ad affermare (inaudita altera parte) la corretta “gestione” sia della viabilità del tratto stradale che della predisposizione di tutti gli accorgimenti previsti per la rilevazione della velocità con apparecchiatura mobile.

A questo si aggiunga quanto appaiono ictu oculi quantomeno affrettate le risposte fornite dalla Prefettura di Bari circa l’operato dell’Anas e del Comune di Grumo.

Il riferimento normativo e regolamentare della Prefettura contenuto nella citata sua nota del 26.06. C.a., oltre che risultare frutto di interpretazione errata e comunque riferibile a caso diverso da quello in oggetto, ha provocato necessariamente una mia risposta scritta (Pec del 02.07.2019) con cui smentivo la ricostruzione giuridica della sostenuta “corretta” assenza di autorizzazione prefettizia proprio sulla base della lettura letterale delle medesime norme e regolamenti richiamati dalla stessa Prefettura.

La mancata piena verifica dei fatti (mai avvenuta sul posto, come essi stessi ammettono), pur a valle di circostanziate segnalazioni, ben potrebbe giustificare un Suo intervento.

Specie se si è omesso di intervenire per risolvere una condizione sicuramente non regolare e sicuramente di pericolo; non sono state riscontrate (in questo caso da Comune e Anas) una serie di sollecitazioni da parte di un Consigliere Regionale che si preoccupa per la sicurezza della sua comunità.

Allego alla presente:

1) mia Pec del 13.05.2019 inviata alla Prefettura Bari, al Sindaco del Comune Grumo, all’Anas. (Allegato 5)

Con cui, riportando in calce il link di un video effettuato da me ed altri presenti, sulla SS 96 nel tratto stradale in oggetto, rappresentavo, anche visivamente, quello che evidentemente costituiva un pericolo all’incolumità delle persone e cose.

Mi riferivo alla decisione dell’Anas di imporre – sul tratto compreso tra il km tra il 93 ed il km 99 circa – il limite massimo di 40 km/h, nonché di controllare il relativo rispetto attraverso apparecchiature “Autovelox mobili”.

Segnalavo, inoltre, il fatto che più volte avessi rappresentato al Comune di Grumo detta circostanza, informando anche informalmente l’Ingegner Castiglione dell’Anas, sia il 16 che il 24 aprile u.s.

Ricordavo l’incidente occorso qualche giorno prima (08.05.2019), che aveva provocato la morte di tre persone (il Console brasiliano, sua moglie e l’autista del taxi su cui viaggiavano), proprio in quel tratto (a 300 mt dall’autovelox posto dai Vigili del Comune di Grumo).

Dalla ipotesi di dinamica ricostruita successivamente, della quale accennavo nella citata Pec, scaturiva l’elemento determinante dell’incidente, riconducibile al comportamento, tanto imprevedibile quanto dannoso per i terzi, assunto dagli automobilisti che, percorrendo una strada a scorrimento veloce, alla fine di un tratto in discesa a due corsie,  si imbattono improvvisamente in un limite di 40 kmh; avvertendo, altresì, improvvisamente la presenza di autovelox, la cui segnalazione non avveniva (e tutt’ora non avviene) in modo conforme ai dettami di Legge.

Rappresentavo il dovere, quale cittadino e nel mio ruolo di Consigliere Regionale, di segnalare tali accadimenti e circostanze, chiedendo al Prefetto di verificare e di intervenire. Per quanto mi apparisse singolare che alcuno sino ad allora non fosse intervenuto in tale senso, nonostante la gravità degli episodi che si erano verificati.

A questa Pec, alcuna risposta da nessuno dei destinatari.

2) mia Pec del 21.05.2019, inviata al Prefetto di Bari e al Ministero degli Interni (Sottosegretario Gaetti). (Allegato 6)

Reiteravo la mia richiesta di intervento urgente (ad horas) da parte del Prefetto (allegando in calce la mia prima citata Pec inesitata), prendevo atto del mancato riscontro alla mia prima Pec di segnalazione; evidenziavo, altresì, il perdurare della condizione di pericolo dovuto alle determinazioni del Comune di Grumo nel gestire in modo scorretto ed extra legem, la rilevazione di velocità a mezzo di autovelox mobile.

Allegavo fotografie dei luoghi e manifestavo perplessità, ancora una volta, per il fatto che gli Organi preposti al controllo e sicurezza non fossero ancora intervenuti, stante la notorietà anche mediatica della vicenda.

A questa Pec alcuna risposta da nessuno dei destinatari.

3) mia Pec del 04.06.2019, inviata al Sindaco del Comune di Grumo (protocollo, area tecnica, area amministrativa, area finanziaria), al Prefetto di Bari, al Ministero degli Interni (Sottosegretario Gaetti), all’Anas, all’Anticorruzione della Prefettura. (Allegato 7)

Rivolgendomi al Sindaco del Comune di Grumo, evidenziavo ancora una volta l’imposizione impropria, per una serie di ragioni tecniche ed amministrative già citate, di autovelox mobile su tratto stradale, tra l’altro notoriamente pericoloso e sottoposto ad un limite di velocità massima (40 kmh) alla fine di una strada a scorrimento veloce e in discesa.

Segnalavo che ormai da anni si verifica questa situazione / condizione e che non appariva comprensibile sia la decisione ab origine del Comune di sottoporre quel tratto al controllo di rilevamento di velocità a mezzo di autovelox mobile, sia l’inerzia del Comune stesso e di tutti gli Organi preposti al controllo della regolarità e sicurezza stradale, a fronte di numerosi indicenti stradali (anche con decessi).

In tale comunicazione, inoltre, rappresentavo i dettami degli articoli 208 e 142 del C.d.S., laddove stabilisce che i proventi delle multe elevate debbano soggiacere a regole stabilite dal Codice richiamato, anche quanto a destinazione delle somme e ripartizione delle stesse tra Enti (ivi compresa l’attribuzione di porzioni di quote rinvenienti da tali sanzioni, in favore dell’Ente proprietario della strada in oggetto, che in questo caso, evidentemente, non è il Comune di Grumo).

Segnalavo, a mente del comma 12 quater dell’art. 208 C.d.S che l’Ente locale (in questo caso evidentemente il Comune di Grumo) ha l’obbligo di inviare annualmente un rapporto sui proventi da sanzioni elevate e riscosse, ai fini della attribuzione su detta.

Ne consegue, altrettanto evidentemente, che attraverso la notifica della mia comunicazione agli Organi – diversi dal Comune – segnalavo agli stessi la mia perplessità su una serie di aspetti gestionali del Comune di Grumo, per i quali naturalmente gli Organi destinatari avrebbero (lo spero) dovuto – illo tempore – già avviare una verifica ed eventuale ordine di “interventi”.

All’uopo, in relazione al passaggio che precede, allegavo uno stralcio del bilancio di previsione anni 2018 – 2020 del Comune di Grumo, attraverso il quale l’Ente ha stimato “reale” un introito (nei sensi spiegati) di ben € 750.000,00.

Chiedendo a tutti i destinatari (compreso il Comune di Grumo): se si fosse ottemperato alle previsioni normative, tra cui la trasmissione al Ministero della relazione per il 2017 con scadenza 31.05.2018; se il Comune di Grumo avesse deliberato in sede di Giunta (comma 4 art. 208 C.d.S.) le somme da destinare ai sensi del comma 4, per gli anni 2017, 2018, 2019 e 2020; se vi fosse corrispondenza tra quanto stabilito dalle precedenti deliberazioni di Giunta Comunale e i bilanci consuntivi di riferimento; se e come sia stata stabilita la destinazione dei proventi, anche di quelli residui e di quali fossero i costi dei servizi ad essi connessi.

Concludevo chiedendo un controllo urgente ad opera degli Organi destinatari.

A questa Pec, alcuna risposta da nessuno dei destinatari.

Ritengo doveroso, altresì, allegare al presente esposto la richiesta datata 27 maggio 2019, del capogruppo consiliare Giuseppe Panzarino, indirizzata al Segretario Generale/Responsabile della Trasparenze e dell’Anticorruzione, alla Corte dei Conti – Sezione di Controllo regionale, al Prefetto di Bari, al Responsabile IV settore della Polizia Locale e I settore AA.GG., al responsabile secondo settore economico finanziario contenzioso tributario – rapporti con esattori controllo di gestione, al Sindaco di Grumo Appula e al Presidente del Consiglio Comunale di Grumo, con cui si chiedeva, ai sensi della normativa sulla trasparenza amministrativa, la documentazione relativa ai verbali per violazione al C.d.s., elevati dal 2011 all’attualità, nonché quelli eseguiti con lo strumento autovelox sulla SS 96 dal 2016 all’attualità; e ogni altra documentazione relativa all’eventuale pagamento delle sanzioni, nonché alla documentazione relative alle stesse sanzioni. Allego, altresì, il relativo atto di diffida del medesimo consigliere comunale, datato 1 luglio c.a. con cui denunciava ed evidenziava il mancato riscontro alla richiesta citata. (Allegato 8 e 9)

4) mia Pec del 17.06.2019, inviata al Prefetto Bari, all’Anas, al Ministro degli Interni e al Sottosegretario Gaetti. (Allegato 10)

Lamentavo il mancato riscontro alle precedenti note, reiterando le richieste già spiegate e motivate.

Lamentavo assenza – in quel tratto di strada – di un Decreto Prefettizio autorizzativo finalizzato ad effettuare un controllo di velocità con attrezzature (Autovelox mobile), individuando i riferimenti normativi che giustificavano sia la competenza Prefettizia, anche in ordine alle caratteristiche e natura della strada (SS) in oggetto.

Reiteravo la rappresentazione dei numerosi incidenti occorsi, della necessità di attribuire alla piazzola (ove allocato l’autovelox mobile) la sua originaria e necessaria natura di piazzola di emergenza; segnalavo che il limite imposto di 40 kmh da anni era ingiustificato (per quanto non opportuno) dai lavori stradali mai terminati (cantierizzazione perenne).

Segnalavo, altresì, che in assenza di Decreto Prefettizio autorizzativo, il Comune di Grumo non aveva posto il secondo cartello mobile (stilema raffigurante casco nero) di avviso (circa la prossima presenza di autovelox mobile) ad una distanza adeguata.

Paventavo il reiterarsi di pericolo agli automobilisti tutti e richiedevo al Prefetto di intervenire immediatamente, preannunciando di depositare un esposto alla A.G.

A questa Pec, alcuna risposta da nessuno dei destinatari.

5) mia Pec 21.06.2019, inviata al Prefetto di Bari. (Allegato 11)

Stigmatizzavo di aver inviato ben quattro Pec e richieste rimaste inevase.

Reiteravo ancora una volta la richiesta di intervento immediato, richiedendo un incontro urgente (vista la totale inerzia a fronte delle mie numerose comunicazioni precedenti), e sottolineavo di agire nell’interesse delle migliaia di cittadini che mi avevano più volte segnalato la pericolosità dell’autovelox e quindi del tratto stradale, per come strutturato. Concludendo che – ove le mie richieste non fossero accolte – avrei inoltrato la documentazione relativa al Parlamento per formulare quesiti ai Ministri competenti, in sede di Question Time.

A questa Pec, alcuna risposta da nessuno dei destinatari.

6) mia Pec 27.06.2019, inviata al Prefetto di Bari. (Allegato 12)

Con la quale comunicavo di essere intervenuto sul posto e di aver contestato una serie di mancanze telefonando, altresì, al 113 e 112 per richiedere un sopralluogo alla postazione dell’autovelox mobile. In calce alla comunicazione pec, riportavo link Facebook riferito all’articolo che si riporta in calce – medesimo della pec – pubblicato in data 26 giugno 2019 alle ore 11:22.

Stamattina non ce l’ho fatta e mi sono fermato sulla piazzola di sosta per redarguire la pattuglia dei #vigili di #Grumo, dopo che lunedì avevo incontrato per caso il #Prefetto di #Bari sollecitandola oltremodo. L’imbarazzo del vigile era evidente e l’unica cosa che ha saputo ripetere come un mantra è stata quella di rivolgersi al comando della #PoliziaMunicipale per verificare la presenza del decreto prefettizio. Ha mentito spudoratamente perché il decreto non esiste, questo è certo, e ha pure rifiutato di dirmi il nome del #Comandante. Continuano a dire bugie, addirittura hanno avuto la strafottenza di posizionare l’unico cartello sotto il marchingegno mangiasoldi che attenta alla pubblica e privata incolumità. A quel punto ho chiamato il 113 che mi ha detto di chiamare i #Carabinieri. Ho chiamato il 112 e, dopo essermi qualificato, ho chiesto di fare un sopralluogo per contestare la mancata osservanza dell’art. 4 della 168/2002 e della circolare #Minniti. Hanno detto che lo faranno, staremo a vedere…”

 

7) Pec di riscontro del Prefetto del 28.06.2019 (Allegato 13)

Ricevo finalmente riscontro dal Prefetto che riferisce di incontro tenutosi presso il suo Ufficio alla presenza di rappresentanti del Comune di Grumo e dell’Anas.

Il Prefetto riferisce di aver appreso – evidentemente per la prima volta in quella occasione – sia il luogo di posizionamento dell’autovelox mobile, sia il posizionamento di cartellonistica (indicante il cantiere stradale e la presenza dell’autovelox stesso), sia l’indicazione del limite di velocità.

E sin qui nulla di non noto.

Ovviamente si omette di precisare l’essenziale rilievo da sempre opposto, l’irregolarità dei cartelli (fisso e mobile), sia la scorretta strutturazione visiva e grafica degli stessi. Elementi di non poco conto, nel senso che non basta affermare che ci sia la segnaletica verticale e l’apparecchiatura mobile di rilevamento della velocità.

Si riferisce, inoltre, sempre de relato, e nemmeno in questo caso per percezione diretta del Prefetto o da chi da esso delegato, che la postazione è presidiata da operatore di Polizia Municipale in uniforme e da tecnico dell’apparecchiatura, nonché da un’auto di servizio con lampeggiante blu, preceduta a circa 600 mt da segnaletica verticale di avvertimento (stilema con casco).

Si fa riferimento, altresì, ad un’ordinanza Anas con cui si disciplinava il traffico veicolare, durante il completamento della strada in questione, disponendo il limite di velocità a 40 km/h, dalle ore 16.00 del 02.04.2019 alle ore 18.00 del 30.06.2019. Senza contare che l’Ingegner Castiglione dell’Anas mi ha riferito durante una telefonata che l’ordinanza trimestrale venisse prorogata di volta in volta.

Il Prefetto, poi, citava – quanto alla contestata assenza di regime autorizzatorio prefettizio, la Circolare del M. Trasporti Prot. 1737 del 18.03.2016 e la Circolare del M. Interno 300/A/5620/17/144/5/20/3 del 21.07.2017 (Allegato 14), da cui si evincerebbe la non necessaria autorizzazione Prefettizia.

Ritenendo non corrette le affermazioni contenute nella detta comunicazione, Riscontravo la risposta del prefetto con

8) mia Pec del 02.07.2019. (Allegato 15)

Contestando in toto le affermazioni e circostanze sia in fatto che in diritto.

Nello specifico, facevo notare che “le informazioni rese dai vari enti partecipanti all’incontro (Comune e ANAS) sono tuttavia “incomplete”. Utilizzavo tale termine per intendere che quanto riferito non corrispondesse a quanto rilevato dal sottoscritto e da numerosi cittadini (tutti a disposizione della SV).

In primo luogo i lavori di completamento della strada, cui ANAS faceva riferimento, non hanno interessato il limitato periodo di tempo oggetto dell’ordinanza n. 41 e la limitazione di velocità, fissata in 40 Km/h, veniva imposta sul tratto di strada in questione ormai già da svariati anni. Infatti quel cantiere risulta bloccato da anni per via dei contenziosi, come la SV potrà evincere dalla foto n. 2 che riportavo in calce. Un limite che, peraltro, alla data del 30.6.2019 ANAS avrebbe dovuto rimuovere e che invece permane, salvo proroghe a me non note.

Evidenziavo che nemmeno detta società ha mai fornito spiegazioni in ordine alla ragionevolezza del limite imposto, una volta che l’articolo 142, comma 2, del Codice della Strada consente agli enti proprietari della strada di fissare un limite di velocità inferiore a quelli di cui al precedente comma 1 per ragioni temporanee, con conseguente obbligo di riportare il limite a quello ordinario alla cessazione delle cause che hanno determinato la riduzione, e comunque per il solo scopo di meglio tutelare la sicurezza della circolazione e la tutela della vita umana.

Sottolineavo al Prefetto come ANAS non solo non avesse dato atto che detta limitazione non può considerarsi temporanea, ma soprattutto non avesse argomentato in ordine alla ragionevolezza del limite, poiché in realtà tale drastica riduzione non garantisce la maggiore sicurezza, ma finisce al contrario per essere causa di incidenti dovuti alle brusche frenate ad opera dei conducenti dei veicoli e dei mezzi pesanti.

Invitavo il Prefetto a verificare tramite gli organi di polizia i numerosissimi tamponamenti che si sono verificati e che hanno fatto registrare notevoli danni a cose e persone.

Segnalavo, a tal proposito, il limite di 70 Km/h posto all’altezza di Torre A Mare sulla SS 16 direzione Foggia, dove proprio la presenza di autovelox mobili aveva creato gravi incidenti, sì che detti autovelox da anni non vengono più installati al fine di tutelare la pubblica incolumità. Né il cartello stradale “Controllo elettronico della velocità”, cui si fa riferimento nella nota (riferimenti fotografici n. 1 e 3), consente di ridurre gradualmente la velocità, e ciò non solo perché scarsamente visibile (le dimensioni sono molto ridotte e per questo illeggibili in corsa), ma anche perché i segnali stradali e i dispositivi di segnalazione luminosi devono essere installati con adeguato anticipo rispetto al luogo ove viene effettuato il rilevamento della velocità in relazione alla velocità locale predominante, in modo da garantirne il tempestivo avvistamento.

Evidenziavo che nel caso di specie si trattava, peraltro, di segnale permanente, che non avrebbe potuto essere apposto poiché mancava la preventiva pianificazione coordinata, nonché privo di stilema raffigurate il casco nero e dicitura riportante il numero del Decreto Prefettizio come prescritto dalla vigente normativa e utilizzato su altri tratti di strada, tra cui quello rappresentato nella foto n. 4.”.

Rappresentavo al Prefetto che, oltre alle numerose segnalazioni ricevute da cittadini, sono stato e sono ancora oggi, testimone diretto – e in quanto Pubblico Ufficiale, ritenendo che la mia testimonianza debba essere considerata degna di fede sino a prova contraria – di quanto fino a questo punto affermato.

Senza dimenticare il danno erariale per spese di giudizi e legali a seguito di annullamenti di sanzioni anche in sede giudiziale. Il che impone anche una verifica sulla gestione contabile del Comune di Grumo Appula.

Quanto al merito della normativa citata, evidenziavo – contestando e smentendo per tabulas la ricostruzione errata del Prefetto – “che la Circolare del Ministero dell’Interno del 21.7.17 citata stabilisce espressamente che per le strade extraurbane secondarie, quali quella di specie, è necessaria l’autorizzazione prefettizia da emettere sentiti gli organi di polizia stradale e su parere conforme dell’ente proprietario della strada (pag. 21 e ss)”. Segnalavo che vi fosse l’obbligo di valutazione in ordine all’elevato livello di incidentalità ed alla documentata impossibilità di procedere alla contestazione immediata per le ragioni strutturali della strada. (Esattamente come nel caso di specie).

Aggiungevo che “Il passaggio della circolare riportato nella nota che riscontro è quindi riferito alla fase di contestazione non immediata e di notifica della violazione, consentendo l’art. 201 CdS la contestazione differita da parte degli organi di polizia municipale in presenza di apparecchiature omologate presidiate dagli agenti.”.

Ponendo in evidenza che “Altro è diverso è il regime autorizzatorio all’installazione dell’autovelox, installazione che deve necessariamente essere preceduta dalle valutazioni e dal decreto di cui innanzi come chiaramente statuito nella medesima circolare.”.

Lamentavo, inoltre, che “Nella Sua nota di riscontro non ha fatto menzione all’utilità della piazzola di sosta di cui Le avevo rappresentato.”.

Riproponendo il quesito (ad oggi rimasto senza riscontro): “una piazzola può essere occupata per un’intera giornata, venendo meno alla sua funzione di fermata temporanea o d’emergenza?”.

Concludevo: “Restando quindi in attesa di ulteriori approfondimenti e chiarimenti in ordine a quanto qui esposto, non posso che reiterarle l’invito a far rimuovere quell’autovelox ad horas, in considerazione del fatto che non rispetta le leggi dello Stato e mette in pericolo la pubblica e privata incolumità.”

Ma la singolarità ancora più evidente della vicenda, è rappresentata dalla inversione della interpretazione e quindi condotta, sia del Comune di Grumo Appula che della Prefettura, in ordine alla necessità di autorizzazione prefettizia, sul tratto di strada in questione; circostanze che ancor più richiamano un controllo e verifica della SV sula regolarità di tali condotte.

Quanto alla interpretazione normativa effettuata dalla Prefettura, inoltre, giova sottolineare che – essa stessa – in tempi passati interpretava in modo diametralmente opposto il dettato normativo, e, a differenza di oggi, in modo corretto, tanto che con decreto del 04.11.2002 Prot. 1000/Area Depenalizzazione e A.A. Legali, stabiliva che in ottemperanza alle normative richiamate nel corpo del citato provvedimento (ancora vigenti) non considerava pericoloso il tratto in oggetto, per cui, de residuo, su di essi non si riconosceva la possibilità di effettuare il controllo della velocità, senza autorizzazione prefettizia. Da allora, nel corso degli anni, si sono succeduti altri Prefetti che hanno mantenuto la stessa ovvia e naturale posizione (cfr. Pref. Nunziante e Pagano). (Allegato 16)

Tra l’altro, naturalmente, in linea con quanto disposto dalla Legge 168 del 1.08.2002, conversione del Decr. L. 121/2002. (Allegato 17)

Quanto alla interpretazione e posizione dell’ANAS.

La società, in data 30 settembre 2014 con nota prot. N. CBA – 0030948-P, richiedeva alla Prefettura di Bari (inviandone per conoscenza la medesima al comando polizia municipale di Grumo Appula, alla Stazione dei Carabinieri di Grumo Appula ed al comando della Polstrada di Bari) l’emissione del decreto prefettizio ai sensi dell’art. 4 del d.lgs 121/2002 convertito in Legge 168/2002 per utilizzo autovelox zone di cantiere relativi ai lavori sulla SS 96 tra il km 93.598 e 99.043. (Allegato 18)

Dal momento che la Prefettura di Bari non ha mai rilasciato il decreto prefettizio richiesto, come mai ANAS ha consentito, e tutt’ora consente, al Comune di Grumo Appula di installare impianto mobile di rilevamento della velocità su una piazzola di sosta ricadente in cantiere di sua proprietà e gestione sulla predetta strada statale? Ha omesso di controllare e segnalare all’autorità competente specie in occasione di incidenti anche mortali? Io stesso avevo avvertito Anas, via whatsapp all’Ingegner Castiglione in data 16 e 24 aprile 2019, della pericolosità per la pubblica e privata incolumità. Il giorno 11 maggio 2019, tre giorni dopo l’incidente che ha provocato la morte di tre persone, ho riscritto all’Ingegner Castiglione per dirgli che le mie paure erano più che fondate.

Quanto alla interpretazione e posizione del Comune di Grumo.

Il Comune di Grumo, omissivo circa le sollecitazioni del sottoscritto e – a quanto consta – di numerosi cittadini, non solo riferisce al Prefetto della regolarità della procedura seguita per il controllo su strada – smentendo l’oggettività delle risultanze ivi esposte e allegate – ma smentisce se stesso, nel momento in cui esegue da anni tali controlli in assenza di decreto prefettizio, che lo stesso Comune, invece, aveva richiesto e sollecitato, più volte, alla Prefettura stessa, aderendo al parere dell’Anas nello stesso senso.

Si legge, infatti, nella comunicazione del IV settore della Polizia Locale del Comune di Grumo, datato 26.11.2014 Prot. 14695 che “questo comando ha proposto l’emissione di Decreto Prefettizio per l’utilizzo di apparecchiature autovelox…facendo propria la proposta dell’Anas, questo Comando di Polizia Municipale reitera l’istanza di emissione di apposito Decreto Prefettizio…” Salvo, appunto, come detto, in assenza di esso procedere al rilevamento della velocità tramite autovelox mobile!

Volevo evidenziare, altresì, per le determinazioni del caso ad opera della Sv, il passaggio nel citato documento, liddove il pubblico ufficiale Pietro Iacovelli, responsabile del IV settore della Polizia Municipale del Comune di Grumo Appula, afferma formalmente, a sostegno della richiesta dell’Ufficio, che su quel tratto di strada, il comando di Polizia Municipale è stato impegnato nella rilevazione di sinistri stradali, spesso anche mortali (“…e questo comando di polizia municipale impegnati nella rilevazione di sinistri stradali, spesso anche mortali.”) – (Allegato 18 BIS)

Dal momento che la Polizia Municipale non ha la competenza di rilevare incidenti sulle strade statali, è evidente che la dichiarazione in senso contrario formalizzata dal pubblico ufficiale su indicato non risponde al vero.

Mi permetto di evidenziare che tale illegittimo atteggiamento assunto dal Comune di Grumo, in questo caso, sembra in realtà trovare una giustificazione nella necessità di rinvenire – altrettanto illegittimamente – risorse finanziare; non avvertendo – in tutti i casi – che a detto comportamento conseguirebbero in realtà maggiori esborsi per l’ente e non maggiori entrate, poiché le correlate sanzioni elevate al di fuori dei dettati normativi e operativi sono e saranno oggetto di ricorsi e quindi di pronunciamenti di annullamento da parte della A.G. competente, con ulteriore danno sia per il Comune stesso, che per tutti i destinatari delle sanzioni. Segnalo che lo stato dei luoghi permane ancora oggi nei termini sopra rappresentati e per questo motivo allego reportage fotografico. (Allegati 19, 20, 21, 22 e 23)

Significativo l’articolo apparso su Repubblica, cronaca di Bari in data 12.06.2019, e sul Quotidiano del Sud, inserto Alta Murgia, in data 14.06.2019, laddove si faceva riferimento, oltre alla mia posizione personale sull’argomento, al fatto che in conseguenza di tali controlli illegittimi, fossero state elevate circa 7.000 contravvenzioni in 18 mesi. (Allegati 24 e 25)

Sul punto ho il dovere di segnalare le numerosissime notizie giuntemi da privati cittadini che lamentano la ricezione di solleciti di pagamento per sanzioni da autovelox da parte del comune di Grumo regolarmente pagate, elevate negli anni 2016 – 2018, sintomatici del maldestro e illegittimo tentativo da parte del comune di Grumo di recuperare risorse finanziare. Il comune di Grumo Appula, com’è noto, versa in condizioni finanziarie a dir poco disperate. In data 23 giugno 2016, infatti, con deliberazione di consiglio comunale n. 33 ha presentato al Ministero dell’Interno la richiesta di piano di riequilibrio finanziario pluriennale. La procedura risulta in corso di istruttoria, come da richieste dello stesso ministero al comune datate 5 luglio 2019. (Allegato 26)

Ritengo che dai fatti quivi esposti possa giustificarsi un approfondimento e valutazione dell’A.G. in ordine a potenziali condotte non conformi a Legge e integranti estremi di reato.

Ritengo necessaria una verifica della A.G. sull’operato dei Pubblici Ufficiali e/o incaricati di pubblico servizio, sia in termini di potenziali condotte omissive (in termini di intervento e/o di controllo); sia in termini di comportamento attivo nella rappresentazione di fatti e circostanze non corrispondenti al vero (anche in sedi Istituzionali) sia ideologiche che documentali; gestionali amministrative, e quanto altro la Sv dovesse ulteriormente verificare.

 

Per tutti questi motivi

Chiedo

che la Sv Ill.ma voglia verificare l’eventuale presenza di condotte integranti  estremi di reati penali ad opera di tutti coloro che sono risultati coinvolti nei fatti quivi esposti, ed eventualmente anche ad opera di chi, pur non essendo coinvolto, aveva l’obbligo di intervenire. Condotte, tutte, sia nella forma del concorso tra soggetti, sia nella forma della reiterazione. Mi permetto di segnalare che la verifica dovrebbe essere estesa anche ai periodi antecedenti alle mie segnalazioni e richieste di intervento, nella misura in cui gli Organi preposti al controllo e coloro che hanno posto in essere tutte le condotte attive hanno adottato appunto condotte attive ovvero omissive per tutto il tempo in cui avevano l’obbligo del controllo e (per coloro i quali le hanno poste in essere) le hanno adottate.

Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti che la Sv riterrà di richiedere, manifestando, sin d’ora la disponibilità ad essere ascoltato.

Mi riservo di integrare con altra documentazione ovvero indicazione di persone informate sui fatti.

Con perfetta osservanza.

Bari, Lì 25 luglio 2019

Mario Conca

 

ALLEGATI (Tot. 26)

1) articolo su portale ufficiale Anas del 25.04.2016;

2) articolo Gazzetta del Mezzogiorno del 25.04.2016;

3) articolo Stretto Web del 08.05.2019;

4) articolo Fanpage del 08.05.2019;

5) mia Pec del 13.05.2019 e ricevute di consegna;

6) mia Pec del 21.05.2019 e ricevute di consegna;

7) mia Pec del 04.06.2019 e ricevute di consegna;

8) Richiesta di accesso agli atti del 27 maggio 2019 del consigliere comunale Giuseppe Panzarino;

9) Diffida del 1 luglio 2019 del consigliere comunale Giuseppe Panzarino;

10) mia Pec del 17.06.2019 e ricevute di consegna;

11) mia Pec del 21.06.2019 e ricevute di consegna;

12) mia Pec del 27.06.2019 e ricevute di mancata consegna, nonché articolo pubblicato su Facebook il 12 giugno 2019;

13) Pec Prefettura e allegata risposta;

14) Circolare Ministeriale del 300/A/5620/17/144/5/20/3 del 21.07.2017;

15) mia Pec di riscontro del 02.07.2019, con lettera allegata e rilevi fotografici e ricevute di consegna;

16) Decreto Prefetto Bari del 04.11.2002;

17) Legge 1.08.2002 nr 168;

18) Comunicazione / richiesta dell’ANAS alla Prefettura di Bari del 30 settembre 2014 con nota prot. N. CBA – 0030948-P

18 BIS) Comunicazione / richiesta del Comune di Grumo alla Prefettura di Bari del 26.11.2014 Prot. 14695;

19 – 20 – 21 – 22 – 23) Rilievi fotografici (sino all’attualità);

24) Articolo di Repubblica del 12 giugno 2019;

25) Articolo del Quotidiano del Sud (inserto Alta Murgia) del 14 giugno 2019;

26) Nota del Ministero dell’Interno del 5 luglio 2019;

 

Bari, 25 luglio 2019

Mario Conca

 

NEL LINK TUTTE LE PUNTATE PRECEDENTI:

https://www.marioconca.it/?s=Autovelox+

ALCUNE FOTO

 

ALLEGATI ESPOSTO

Allegati_esposto_prima_parte (2)

Allegati_esposto_seconda_parte (1)

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