Una lettera dal fronte, un silenzio assordante!

 

È vero che siamo in emergenza, ma tre persone in una stanza da due posti del reparto degli infettivi, con un solo termometro e senz’acqua per bere, mi pare francamente eccessivo. Si può trovare una soluzione? Il padiglione dell’Asclepsios, che avevate annunciato alla stampa giorni addietro, quando lo aprirete per far respirare i degenti? Mi fate sapere qualcosa per tranquillizzare gli assistiti? Ieri mattina avevo chiesto aggiornamenti al presidente #Emiliano, al capo Dipartimento #Montanaro, al direttore generale del Policlinico di Bari #Migliore e alla direzione sanitaria. Ovviamente non ho ricevuto nessuna risposta, tantomeno una soluzione!

Ho risentito nuovamente la paziente poco fa per sapere se fosse cambiato qualcosa. Nulla di nuovo è occorso. Sembra il rapporto di un soldato ferito ricoverato un ospedale in una zona di guerra e ve lo partecipo al netto di dati sensibili…Mario

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“Sto rispondendo bene alle cure, ma siamo in tre in una stanza da due. È puoi capire che per il tipo di degenza non aiuta stare in ambienti ristretti.
Medici e infermieri si impegnano tantissimo.
Sono all’osso con i dispositivi di protezione individuali, tanto che vengono in camera la stretto necessario. Comunichiamo attraverso i cellulari con il numero della medicheria. Una ragazza che è arrivata per ultima, sono quattro notti che dorme sulla barella.

Condividiamo il termometro in un reparto di malattie infettive, ogni volta ce lo disinfettiamo prima di usarlo.
Uno dei disturbi del virus è la secchezza di gola, ma non abbiamo acqua, dobbiamo bere quella del rubinetto, la situazione è migliorata idratandoci con flebo di fisiologica, ma penso costino meno le bottiglie d’acqua.

Non vediamo i parenti, quindi puoi capire che dobbiamo accontentarci di ciò che abbiamo.
Ho un problema personale, la ASL non è ancora andata a casa a fare il tampone ai miei parenti. Quando sarò negativizzata e dimessa, vorrò sapere se potrò andare a casa.
Ma per me restare in ospedale non è un problema, perché mi sento più sicura.
Il mio medico specialista è costantemente in contatto con loro.

Se solo si potesse trovare una soluzione per l’ultima arrivata. In realtà dietro la porta non c’è nulla, cmq in camera siamo xxxx, xxxx (ultima arrivata) e xxxx.
In più noi non possiamo uscire nel corridoio, quindi non saprei dirti altro”.

 

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