Piscine terapeutiche in Puglia in stato di abbandono.

Piscine terapeutiche abbandonate da anni e disabili motori costretti ai viaggi della speranza. Ho presentato un esposto alla Corte dei Conti per evidente spreco di denaro pubblico, nella speranza che qualcuno possa cominciare a pagare di tasca propria e non sia sempre la collettività a rimetterci.

Nell’esposto si chiede al Procuratore Generale di accertare “l’eventuale sussistenza in capo ai Direttori Generali ed ai Dirigenti dei settori coinvolti di responsabilità connesse alla violazione delle disposizioni di legge che disciplinano la corretta gestione delle risorse economiche pubbliche e del danno erariale riconducibile al mancato utilizzo e/o allo stato di abbandono di un’opera pubblica.

La piscina riabilitativa di Toritto risulta, da svariati anni, in via di ristrutturazione seppure rifinita in ogni sua parte ed in evidente stato di abbandono, quella di Alberobello è inutilizzata dal 2011 e il servizio offerto presso la piscina dell’ex C.T.O. di Bari è sospeso dal gennaio 2013, ufficialmente a causa di carenza di personale. Le piscine terapeutiche appositamente realizzate presso il Policlinico di Bari-Medicina Fisica e Riabilitazione, l’Ospedale Pediatrico GiovanniXXIII, la RSA di Poggiorsini e presso l’Ospedale di Mottola invece non hanno mai visto l’acqua e, come se non bastasse, risulterebbe in cantiere la realizzazione di due piscine terapeutiche presso il “San Camillo” di Monopoli. Non è questo uno spreco di denaro pubblico?

Un’efficiente e moderna vasca di proprietà dell’ASL è presente anche a Taranto, ma ad oggi risulta sottoutilizzata per carenza di personale specializzato. Certamente saranno molte altre le piscine fatte e mai utilizzate di cui non sono a conoscenza e dislocate nelle centinaia di strutture delle aziende sanitarie locali pugliesi. Tutto ciò risulta ancor più paradossale se si considera che ogni anno le #ASL autorizzano terapie riabilitative, persino all’estero, che concorrono alla spesa annua dei 280 milioni di euro per la mobilità passiva. Molti disabili motori e poliomelitici pugliesi una volta l’anno e per tre settimane sono costretti ad andare in una struttura riabilitativa a Malcesine. Quando impareremo ad ottimizzare, strutture, fondi e risorse umane? Studi medici e risultati scientifici dimostrano come la riabilitazione in acqua sia tra le pratiche più accreditate per la riduzione dei tempi di recupero e la rieducazione funzionale. L’attuale situazione priva i soggetti ex art. 26 della legge 833/78 delle prestazioni sanitarie che per legge le aziende sanitarie locali devono garantire. Nei nuovi Lea le cure idroterapiche sono state inserite e pertanto anche le regioni in piano di rientro potrebbero garantire i livelli essenziali.

Se non è possibile procedere con una gestione diretta in economia, per via dell’annoso blocco assunzionale, la ASL dovrebbe portare a compimento le procedure per l’esternalizzazione del servizio, nelle more che la capacità assunzionale ne consenta una gestione diretta, al fine di non disattendere l’articolo 32 della Costituzione Italiana che garantisce la tutela della salute quale diritto fondamentale dell’individuo ad ogni latitudine.”

Nel link in calce l’esposto:
https://docs.google.com/…/1drx4qmeuFEEuHhZiB-4HlhLlqX…/edit…

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