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LE PAROLE DELLA PANDEMIA: CLOROCHINA, REAGENTI, DISPOSITIVI DI PROTEZIONE, VENTILATORI POLMONARI

Clorochina, dispositivi di protezione individuale, alcool, reagenti e ventilatori polmonari sono solo alcune delle parole che abbiamo imparato a conoscere durante questa pandemia.

Cosa hanno in comune?

L’Italia non li produce per nulla o in maniera scarsissima, al punto da dover ringraziare la solidarietà pagata a caro prezzo di altri stati sparsi nel mondo.

Un esempio su tutti. Dall’inizio del confinamento, ad oggi, non ho più trovato in un negozio una sola comune bottiglia di alcool.

Il solo pensarlo sarebbe stato incredibile in tempo di pace. Sui dispositivi di protezione si è fatta una speculazione ignobile, restano comunque carentissimi e la schizofrenia amministrativa non sta aiutando la riconversione e la produzione italiana.

Ora anche la clorochina non si trova più tanto facilmente con grave nocumento per chi soffre di artrite reumatoide e già la utilizzava prima.

Succederà lo stesso con l’eparina già utilizzata dai valvulopatici e anticoagulati malgrado l’insensibilità dell’AIFA che non la erogava con il SSN?

Può essere che il Bel Paese non riesca a garantire il mercato domestico senza dover ricorrere alle importazioni?

Perché questi farmaci e dispositivi non possono essere prodotti direttamente dall’Istituto Militare Farmaceutico?

Dall’esperienza traumatica del Covid-19 bisognerà trarre i giusti insegnamenti e correttivi per il futuro.

Con la sanità  non si deve più mangiare ma curare tutti i cittadini.

Il sistema sanitario va totalmente ripensato ed io lo vado dicendo da anni proponendo correttivi inderogabili (#LeggiQui https://bit.ly/2wBeSza).

Spero che d’ora innanzi sarà chiaro a tutti che l’economia globale è ingiusta e pericolosa, un po’ come le gare centralizzate italiane che, “legalmente” per carità, fanno raddoppiare e triplicare i costi, riducono le quantità dei prodotti per i cittadini e ammazzano la piccola e media impresa consolidando oligopoli e cartelli.

Su determinati asset non si può più essere dipendenti da paesi terzi, bisogna creare l’infrastruttura perchè dovremo abituarci a convivere con nemici invisibili.

Ci vuole, dunque, più Stato e più imprenditoria italiana, per farsi trovare pronti in futuro, per limitare al massimo le speculazioni internazionali, per evitare morti assurde e per non sprecare le sempre più esigue risorse economiche.

Impareremo dagli errori? Chi vivrà…vedrà!

Mario Conca

Pur allontanato dal Movimento Mario Conca aveva contribuito, con una quota parte di migliaia di euro, a questa iniziativa del suo gruppo politico.

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