PASQUETTA AI TEMPI DEL COVID-19

La mia pasquetta l’ho quasi sempre trascorsa in casa perché amo la routine, ma soprattutto non sono alla ricerca di chissà quali forti e finte emozioni. Quando sono stato costretto ad uscire l’ho fatto per gli altri, ma non mi sono divertito di più, anzi, non vedevo l’ora di rientrare nella mia ordinarietà.

Per questo ai tempi del Covid-19 per me sarà il solito lunedì dell’Angelo, senza privazioni e con la scusa di non poter uscire me ne starò benissimo a casa, magari a mangiare spaghetti aglio e olio.

Mi sarebbe piaciuto essere un analfabeta funzionale, invece, quello sì, di quelli che non riescono a discernere bene la realtà che li circonda o che si fermano al titolo, di quelli che quando uno parla non capiscono molto e si fanno bastare il sorriso e la bella presenza.

Meno sai, meno capisci, meno ti preoccupi e meglio vivi. Non ho avuto questa fortuna e per questo sono molto preoccupato per ciò che succederà nei mesi a venire.

Il danno sanitario rientrerà sempre più, nonostante in Puglia abbiano sbagliato tutto non creando percorsi separati con ospedali Covid, nascosto i dati reali non facendo tamponi a sufficienza ai sanitari e ai quarantenati, compresi i pazienti in entrata o in uscita dalle strutture sanitarie e centellinato i dispositivi di  protezione.

Il caso della residenza socio-sanitaria che ha costituito il focolare di Brindisi di queste ore, dimostra come il luogo di contagio principe è proprio l’ospedale. Mi sono stancato a dirlo e a scriverlo a Emiliano, Montanaro e Lopalco.

Che Dio ce la mandi buona e asintomatica!

Ciò che mi preoccupa molto è il disastro socio-economico che sta montando giorno dopo giorno. I risvolti psicologici della solitudine, dell’inattività forzata e del mancato guadagno.

Penso a chi viveva alla giornata per costruire il suo reddito come gli ambulanti, i commercianti, gli artigiani, i professionisti e tutte le altre categorie. Penso alle sale ricevimenti che aspettavano le comunioni, i matrimoni e i battesimi, perlopiù rinviati al 2021, per cominciare una stagione dopo mesi di penuria ciclica.

Penso ai bar, ai parrucchieri, alle palestre, ai saloni di bellezza, alle gioiellerie, ai negozi di abbigliamento e di arredamento, etc…con oneri assunti, affitti e bollette da pagare che continuano ad arrivare inesorabili.

Penso a tutto l’indotto turistico che quest’anno vedrà una moria di operatori che produrrà tanta disoccupazione e fallimenti che si trascineranno per anni. Cinema e teatri soffriranno moltissimo.

La lista sarebbe troppo lunga per continuare l’elenco.

Ad oggi nessuno ha visto ancora un euro, al netto delle garanzie per indebitarsi oltremodo annunciate a più riprese ma ancora bloccate dalla cosiddetta burocrazia. Gli unici soldi arrivati a destinazione sono quelli della solidarietà, sotto forma di buoni e donazioni.

Qualcuno sa quante centinaia di milioni di euro ha raccolto la protezione civile? La verità è che mancano, e temo che continueranno a mancare, le iniezioni di liquidità a fondo perduto che avrebbero potuto evitare o contenere al massimo, il tracollo finanziario che interesserà moltissime attività.

Scusatemi se non riesco ad essere ottimista pur essendolo per indole, con queste premesse e strumenti non vedo un futuro prossimo roseo. Vorrei davvero credere che andrà tutto bene così come il pensiero comune recita come un mantra, ma non ce la faccio.

Ovviamente, mai come questa volta, spero di sbagliare alla grande!

Buon pranzo…Mario

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