Altamura. Discarica in contrada Le Lamie. Conca (M5S) presenta interrogazione: “Verificare lo stato d’inquinamento del terreno”

Ad Altamura vi è una Murgia dei Fuochi da scongiurare nell’interesse dell’intero comprensorio. Sollecitato da amici e dalle denunce del giornalista di Murgia24 Alessio Dipalo, un paio di settimane addietro ho depositato interrogazione all’assessore regionale all’ambiente per chiedergli cosa stanno pensando di mettere in campo e se hanno fatto i monitoraggi del caso. I rimpalli tra enti fanno male alla salute, qualcuno dovrà pure agire tra Regione, Città Metropolitana e Comune. Il percolato, composto da azoto ammoniacale, ferro, zinco, manganese, cadmio, cromo, etc…,va rimosso da ditte specializzate e non può assolutamente essere disperso nel nostro territorio carsico perché finirebbe sulle nostre tavole attentando alla nostra incolumità. Se ci meravigliamo allorquando leggiamo dell’aumento progressivo delle patologie tumorali, non possiamo certamente rimanere silenti. Nel link tutti i dettagli, compreso i dati del codice 048 relativi agli ultimi sette anni, ripartiti città per città. 

 

Codici048_seven_years_back

 

COMUNICATO STAMPA

“Scongiurare una terra dei fuochi nella Murgia altamurana. Per questo chiedo che si attivino immediati controlli per verificare lo stato dei terreni in cui sorgeva la discarica di proprietà della ditta Tradeco s.r.l., in contrada Le Lamie. È necessario attivare interventi di verifica, monitoraggio e controllo per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, alla luce della presenza di percolato”, lo dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Mario Conca che ha presentato un’interrogazione indirizzata all’assessore all’Ambiente Stea in merito all’impianto di discarica di Altamura, in contrada ‘Le Lamie’, di cui, dopo venti anni di esercizio, è stata disposta la chiusura entro il 31 dicembre 2007 ma che ha continuato a ricevere rifiuti fino al 31 marzo 2008. Nel 2009 alla richiesta di AIA della ditta, il Servizio Ecologia ha archiviato il procedimento e ha ribadito la conclusione della fase di gestione operativa dell’impianto, avviandolo alla sua chiusura definitiva. 

 

“Oltre un milione di metri cubi di rifiuti indifferenziati sono stati raccolti in questa discarica nei vent’anni di attività e ad oggi risulta una non corretta gestione del percolato. Nel 2018 – spiega il consigliere – infatti, con la dichiarazione di fallimento della ditta Tradeco, i curatori hanno disposto un accertamento tecnico per verificare lo stato della discarica. Dalla relazione è emersa la necessità di intervenire con urgenza con una serie di attività che contemplano l’asporto e il trattamento del percolato. Un processo assai oneroso che ha portato i curatori a rinunciare al ‘bene’ che passa nuovamente nella mani di una ditta fallita”. 

 

Secondo l’art 12 del d.lgs 36/2003 la discarica è considerata definitivamente chiusa solo dopo che l’ente territoriale competente al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e gestione della discarica, ha eseguito un’ispezione finale sul sito, valutato tutte le relazioni presentate dal gestore e comunicato a quest’ultimo l’approvazione della chiusura. Anche dopo la chiusura della discarica il ripristino ambientale, la manutenzione, la sorveglianza e i controlli della discarica devono essere assicurati anche nella fase della gestione successiva alla chiusura, fino a che l’ente territoriale competente accerti che la discarica non comporta rischi per la salute e l’ambiente.

 

“Ritengo necessario – incalza – verificare se sussistano condizioni di pericolo per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Bisogna intervenire per verificare l’eventuale presenza di sostanze tossiche e odorigene e il potenziale inquinamento della falda e per intraprendere ogni azione utile per la messa in sicurezza del sito. Inoltre, è necessario individuare i soggetti obbligati a compiere urgentemente gli interventi di chiusura e post-gestione, perché il rimpallo di responsabilità tra Città Metropolitana, Regione e Comune, nuoce gravemente alla salute pubblica. E’ urgente, infatti, attivare le azioni necessarie all’adozione del provvedimento di chiusura e verificare se siano state adottate le necessarie misure di messa in sicurezza della discarica, se siano stati garantiti controlli e analisi del biogas, del percolato e delle acque di falda e se sia stata presentata da parte del gestore una relazione sui risultati della gestione e sui controlli effettuati. I rischi di compromissione delle falde acquifere sono considerevoli, vista la natura carsica e la presenza di terreni destinati all’agricoltura attigui alla discarica. Per questo chiedo, se e quali azioni la Regione intenda intraprendere per gli interventi di asporto e trattamento del percolato che rischia di contaminare i terreni circostanti. Intervenire il prima possibile è necessario – conclude – per tutelare la salute dei cittadini e lo stato dei terreni destinati all’agricoltura nel comprensorio murgiano”.

 

AL LINK IN CALCE POTRETE SEGUIRE I LAVORI D’AULA DELL’INTERROGAZIONE PRESENTATA IL 29 OTTOBRE 2019:

http://www5.consiglio.puglia.it/GissX/XPubbGiss.nsf/0/D9E84E0383F21040C12584A80039529E?OpenDocument

Al Presidente del Consiglio regionale della Puglia

All’Assessore regionale all’Ambiente

 

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta. Impianto di discarica in agro di Altamura, in contrada “Le Lamie”, di proprietà della ditta TRADECO Srl.

Il sottoscritto consigliere regionale Mario Conca,

PREMESSO CHE:

  • con l’ordinanza n°54 del 31 gennaio 2007 del Commissario delegato per l’Emergenza Ambientale è stata disposta la chiusura dell’impianto di discarica in agro di Altamura, in contrada “Le Lamie”, di proprietà della Tradeco srl  entro il 31 dicembre 2007;
  • in seguito all’ordinanza della Provincia di Bari n° 40/ap del 27 dicembre 2007, la discarica ha continuato a ricevere rifiuti fino al 31 marzo 2008;
  • il 15 dicembre 2009, la ditta TRA.DE.CO (con nota prot. n° 13760) ha presentato al dirigente del Servizio Ecologia – Ufficio inquinamento e Grandi Impianti della Regione Puglia una richiesta di AIA. Il Servizio Ecologia, con nota del 19 gennaio 2010, ha ribadito «la conclusione della fase di gestione operativa dell’impianto», ritenendo «che non sussistano le condizioni per il prosieguo del procedimento di AIA attivato dalla società presso quest’Ufficio e, pertanto, lo stesso è da considerarsi archiviato. La post-gestione della discarica sarà effettuata conformemente a quanto progettualmente previsto ed approvato». Nella stessa nota si legge anche che «alla luce della intervenuta cessazione dei conferimenti al 31 marzo 2008, si ritiene pertanto conclusa la fase di gestione operativa dell’impianto ed avviata la sua chiusura definitiva di cui, con la presente, si chiede riscontro alla Provincia come previsto dall’art. 12 del D.lgs. 36/03»;
  • presso la discarica in oggetto è stato conferito, nei 20 anni di esercizio dell’impianto, oltre 1 milione di metri cubi di rifiuti indifferenziati.

CONSIDERATO CHE:

    • ad ottobre 2018 il Tribunale di Bari ha dichiarato il fallimento della società Tradeco di Altamura; la domanda di concordato preventivo in continuità non ha infatti superato i rilievi che la stessa sezione Fallimentare aveva sollevato;

 

  • la curatela del fallimento della TRADECO Srl, in persona dei curatori prof. avv. Giuseppe Trisorio Liuzzi e dott. Gabriele Zito, ha disposto un accertamento tecnico per verificare lo stato della discarica in oggetto, incaricando allo scopo il prof. Ing. Gian Mario Baruchello, che ha consegnato la sua relazione agli organi della procedura fallimentare in data 17 giugno 2019, evidenziando, “la necessità di intervenire con urgenza con una serie di attività che contemplano i seguenti costi: 
  • euro 3/4 milioni per asporto e trattamento percolato; 
  • euro 5,3/12 milioni  per riprofilatura e capping;  

 

  1. euro 0,5/1 milione per altri costi (smaltimento rifiuti abbandonati, manutenzioni, ecc.).”;
  • la necessità di realizzare i suddetti interventi è stata riportata dai curatori fallimentari in una comunicazione ai creditori del 16 settembre 2019, per rendere noto che, sulla base di tale relazione tecnica, è stato deciso di non acquisire la discarica all’attivo della procedura concorsuale, restituendo l’impianto nella disponibilità della società fallita;
  • nella Proposta di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani di cui alla DGR 1482/2018, con riferimento alla discarica in oggetto è riportato quanto segue: “il Piano di gestione dei rifiuti urbani di cui al Decreto del Commissario Delegato Emergenza Ambientale n. 187 del 9 dicembre 2005 prevedeva delle volumetrie residue di circa 60.000 mc, e una previsione di esaurimento delle volumetrie a novembre 2006. È tuttavia necessario svolgere delle verifiche volte ad individuare le attività ed azioni da attivare ai fini della definizione ed adozione dell’eventuale provvedimento di chiusura di cui all’articolo 12 del D.lgs. 36/2003 e smi.”.

RILEVATO CHE:

  • alla luce degli accertamenti tecnici sullo stato della discarica svolti su incarico dei curatori fallimentari, appare urgente l’attivazione, da parte degli organi competenti, di interventi di verifica, monitoraggio e controllo presso il sito della discarica in oggetto a tutela dell’ambiente e della salute pubblica;
  • è opportuno accertare se sussistano le condizioni di pericolo per l’ecosistema ambientale e per la salute dei cittadini (verifica di presenza di sostanze tossiche e odorigene, di percolato inquinante le falde acquifere e i terreni circostanti), al fine di intraprendere ogni azione utile per la messa in sicurezza del sito, individuando i soggetti obbligati a compiere urgentemente gli interventi di chiusura e post-gestione;
  • considerevoli sono i rischi di compromissione delle falde acquifere, dei terreni e delle coltivazioni che circondano il sito di discarica e i potenziali impatti sanitari per la popolazione.

VISTO CHE:

  • l’articolo 12 del D.lgs. 36/2003 dispone che la procedura di chiusura della discarica può essere attuata solo dopo la verifica della conformità della morfologia della discarica e, in particolare, della capacità di allontanamento delle acque meteoriche, a quella prevista nel progetto di discarica. La discarica è considerata definitivamente chiusa solo dopo che l’ente territoriale competente al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e gestione della discarica, ha eseguito un’ispezione finale sul sito, ha valutato tutte le relazioni presentate dal gestore e comunicato a quest’ultimo l’approvazione della chiusura. Anche dopo la chiusura definitiva della discarica, il gestore è responsabile della manutenzione, della sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare rischi per l’ambiente;
  • l’articolo 13 del suddetto Decreto dispone, altresì, che anche dopo la chiusura della discarica devono essere rispettati i tempi, le modalità, i criteri e le prescrizioni stabiliti dall’autorizzazione e dai piani di gestione post-operativa e di ripristino ambientale. La manutenzione, la sorveglianza e i controlli della discarica devono essere assicurati anche nella fase della gestione successiva alla chiusura, fino a che l’ente territoriale competente accerti che la discarica non comporta rischi per la salute e l’ambiente. In particolare, devono essere garantiti i controlli e le analisi del biogas, del percolato e delle acque di falda che possano essere interessate. Al fine di dimostrare la conformità della discarica alle condizioni dell’autorizzazione, il gestore deve presentare all’ente territoriale competente, secondo le modalità fissate dall’autorizzazione, una relazione dalla quale si evincano, tra l’altro, i risultati del programma di sorveglianza e i controlli effettuati relativi sia alla fase operativa che alla fase post-operativa. Il gestore deve, inoltre, notificare all’autorità competente anche eventuali significativi effetti negativi sull’ambiente riscontrati a seguito delle procedure di sorveglianza e controllo e deve conformarsi alla decisione dell’autorità competente sulla natura delle misure correttive e sui termini di attuazione delle medesime.

INTERROGA LA GIUNTA E L’ASSESSORE COMPETENTE

per sapere:

  • se non ritengano opportuno avviare, interessando l’ASL competente e l’ARPA, indagini approfondite volte a verificare l’eventuale contaminazione delle matrici ambientali (aria, suolo e sottosuolo, acque sotterranee) presso il sito della discarica in agro di Altamura, in contrada “Le Lamie”, di proprietà della ditta TRADECO Srl, individuando le risorse a tal fine necessarie. Si chiede, altresì, di avere copia degli esiti di eventuali indagini e controlli già condotti presso il sito in oggetto;
  • quali azioni intendano intraprendere al fine dare attuazione agli interventi urgenti di asporto e trattamento del percolato e di riprofilatura e capping della discarica;  
  • se siano state avviate presso il sito in oggetto, da parte degli enti competenti, verifiche volte ad individuare le azioni necessarie alla definizione ed adozione del provvedimento di chiusura di cui all’articolo 12 del D.lgs. 36/2003 e se siano state adottate le necessarie misure di messa in sicurezza della discarica. In particolare, si chiede di sapere se siano stati garantiti controlli e analisi del biogas, del percolato e delle acque di falda e se sia stata presentata da parte del gestore una relazione completa di tutte le informazioni sui risultati della gestione della discarica e sui programmi di controllo e sorveglianza, nonché dei dati e delle informazioni relative ai controlli effettuati;
  • se sia stata verificata da parte degli enti competenti la tipologia di rifiuti conferiti presso la discarica in oggetto al fine di accertare che la categoria dei rifiuti depositati in discarica sia conforme a quanto previsto nelle autorizzazioni.

 

Il Consigliere regionale

Mario Conca

 

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