Proroga Assegni di cura: una trovata elettorale che alimenta solo ingiustizia sociale.

Una proroga che crea solo ingiustizia sociale: poco più di tremila persone che hanno avuto accesso all’assegno di cura si vedranno il beneficio prorogato di altri sei mesi, per un totale di 18 mesi salvo ulteriori proroghe, mentre altri #tremila utenti, che erano stati dichiarati ammissibili ma non finanziabili, vedono allontanarsi ancora il nuovo bando dopo esserselo visto negare per altrettanti mesi. Tutto per evitare, senza riuscirci, che in campagna elettorale ci si trovi a dover dare delle risposte alle proteste di chi rimane senza assegno di cura.

L’assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggeri, infatti, avrebbe confermato la proroga degli assegni di cura 2019 per i non autosufficienti fino a dicembre 2019, per ora autorizzati al pagamento fino al 31
10.2019, destinata però solo a coloro che hanno già percepito l’assegno sino a luglio scorso. La cosa più giusta da fare sarebbe stata quella di indire un nuovo bando a settembre scorso oppure decidere, una volta per tutte, di modificare l’intero impianto della misura, visti i tanti ricorsi amministrativi e le proteste che ne hanno segnato l’evoluzione negli anni.

Chi, invece, è stato classificato ammissibile ma non finanziabile per incapienza del fondo, è stato escluso per ulteriori 6 mesi per un totale di diciotto. Secondo Michele Emiliano può fare domanda di accesso al RED 3.0, circa 500 euro mensili contro i 900 euro al mese dell’assegno di cura, che già in molti casi gravi non sono sufficienti a coprire le spese assistenziali e sanitarie di chi ha una grave disabilità. Una decisione che non fa altro che creare disparità tra disabili, alimentando rabbia, delusione e contenzioso. Chi ha ricevuto legittimamente l’assegno di cura teme di perderlo, chi non lo ha ancora avuto, ricorre alla magistratura e al Tar per difendere un diritto fondamentale, come quello alla salute. Per non parlare del contentino del RED, inaccessibile per molti, che oltre a dare la metà dell’importo, non è neanche accessibile a tutti. Infatti, uno dei requisiti è un’età inferiore ai 67 anni, elemento che esclude molti di quei genitori anziani che si fanno carico da soli di congiunti disabili adulti. Più volte ho chiesto che si modificasse il regolamento per evitare ulteriore disparità di trattamento e per allargare la platea dei fruitori. Stessa storia per chi percepisce il Reddito di Cittadinanza, perché non ha un lavoro, che risulta incompatibile con la misura dell’assegno. Per non parlare di chi è risultato ammissibile e non finanziabile all’assegno di cura ma ha scoperto, amaramente, che con lo stesso codice fiscale non poteva presentare domanda per il Red. Insomma, oltre al danno la beffa.

Purtroppo si continua a speculare sui più deboli in vista della campagna elettorale, buttando fumo negli occhi, questo è davvero inaccettabile e non può essere sottaciuto.

Mario

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