I bollettini epidemiologi diramati dalla regione Puglia sono poco trasparenti, con dati mancanti e discordanti, secondo quanto denunciato dai sindaci. Ogni Asl si è organizzata autonomamente e solo la Asl di Lecce ha fornito dati singoli sui comuni e sulle strutture sanitarie. A livello epidemiologico non c'è uniformità nelle procedure e nelle disposizioni come se non esistesse un sistema sanitario regionale. Mancano, comune per comune, i dati dei positivi e dei quarantenati. Non si conoscono, nel dettaglio, i tamponi somministrati. Non si conosce la somma dei decessi sempre su base comunale e provinciale. Non si stanno chiedendo nomi e cognomi dei contagiati o dei quarantenati ma una mappa epidemiologica su base comunale per tenere sotto controllo l'evolversi del contagio.
I bollettini epidemiologi diramati dalla regione Puglia sono poco trasparenti, con dati mancanti e discordanti, secondo quanto denunciato dai sindaci. Ogni Asl si è organizzata autonomamente e solo la Asl di Lecce ha fornito dati singoli sui comuni e sulle strutture sanitarie. A livello epidemiologico non c'è uniformità nelle procedure e nelle disposizioni come se non esistesse un sistema sanitario regionale. Mancano, comune per comune, i dati dei positivi e dei quarantenati. Non si conoscono, nel dettaglio, i tamponi somministrati. Non si conosce la somma dei decessi sempre su base comunale. Non si stanno chiedendo nomi e cognomi dei contagiati o dei quarantenati ma una mappa epidemiologica su base comunale per tenere sotto controllo l'evolversi del contagio.

MARIO CONCA: “BOLLETTINI EPIDEMIOLOGICI POCO TRASPARENTI, FUORI I DATI”

Da più parti in queste settimane si è lamentata l’opacità degli aggiornamenti dell’emergenza Covid-19 che hanno complicato la vita alle amministrazioni comunali e ingenerato dubbi e timori nei cittadini.

Tanti sono stati i sindaci che hanno denunciato pubblicamente la penuria e la discordanza delle informazioni, ma cosa ci perdete a dare i numeri analitici visto che la tecnologia e la legge lo consentono?

La task force ha diramato dati aggregati e ogni Asl, tanto per cambiare, ha fatto come ha voluto (l’Asl di Lecce ad esempio è l’unica ad aver fornito un report con dettaglio su base comunale e singola struttura sanitaria) in barba alla metodologia che sta alla base dell’epidemiologia.

Alla faccia del tanto decantato DG10 che in teoria, con il dipartimento di salute, avrebbe dovuto dare uniformità a procedure e disposizioni, in pratica, invece, nulla ha fatto per evitare il declassamento del SSR (sistema sanitario regionale) a SSP (sistema sanitario provinciale).

♦️ Perché nel bollettino pomeridiano non vengono forniti i dati dei positivi e dei quarantenati, comune per comune, come succede nella vicina Basilicata, o in Emilia Romagna? Sapete che per il DPCM e, per disperazione dell’Ager, i sindaci sono tenuti ad attivare un servizio di raccolta rifiuti dedicato per i contagiati? Se non sanno esattamente quanti sono e dove vivono, come potranno allertare il gestore della nettezza urbana? Sapete che ci sono comuni che non hanno applicato le disposizioni mettendo a rischio gli operatori ecologici e la collettività? La task-force e i dipartimenti di prevenzione dovrebbero preoccuparsi anche di questo. È dai dettagli e dalla trasparenza che si può valutare l’efficienza e l’efficacia delle azioni messe in campo.

♦️ È possibile conoscere il dettaglio comunale e provinciale dei tamponi effettuati giornalmente? Dal dato complessivo diramato fino ad oggi non è possibile valutare, ad esempio, né la virtuosità della provincia di Taranto né avere la certezza che la provincia di Foggia è maglia nera. Che ne posso sapere io cittadino se nella capitanata sono stati fatti più tamponi, in rapporto al numero degli abitanti, che in terra jonica? I numeri non mentono.

♦️ È possibile fornire con i bollettini quotidiani una base comunale e provinciale della somma dei decessi?

♦️ È possibile conoscere il numero dei pugliesi in sorveglianza attiva comune per comune, oltre che per provincia e totale complessivo?

Tecnologicamente e legalmente tutto questo è certamente possibile, quella della privacy è solo una scusa.

Non si stanno chiedendo nomi, cognomi e civici dei contagiati o quarantenati, ma una opportuna mappa epidemiologica su base comunale per meglio tenere sotto controllo l’evolversi del contagio, per aiutare i sindaci, per responsabilizzare la cittadinanza e per farli sentire partecipi di una battaglia comune contro un nemico invisibile. Suvvia, basta poco che ci vuole!

Mario Conca

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