LA GESTIONE DEL COVID IN PUGLIA IN 5 PUNTI

1) i cittadini sono a casa, malati, abbandonati dai medici curanti, dalle guardie mediche e dalle USCA. È inutile sottolineare che vi sono delle eccezioni e che senza riforma sanitaria non si possono colpevolizzare mmg, pls, e ca, è il sistema sanitario che li ha resi poco efficaci. Se l’avessimo fatta, la riforma, avremmo fatto filtro all’acuzie, avremmo curato tempestivamente a domicilio, avremmo ospedalizzato meno e avremmo dovuto piangere meno morti. Se avessero fatto i vaccini in maniera massiva? come stanno facendo nel Regno Unito, avremmo azzerato quasi le forme gravi e avremmo salvato migliaia di vite umane.

2) Il Dipartimento di Prevenzione è crollato, nessuno riesce ad avere più i tamponi a casa, salvo pochissimi casi, la sorveglianza attiva e il tracciamento sono agli albori della medicina (cioè all’anno 0); praticamente ci fanno fare i lockdown e poi mandano i positivi in giro per la città o addirittura in città limitrofe, taluni con i mezzi pubblici perché privi di auto, per tamponarli presso i drive through. Incedibile ma vero.

3) Gli unici che vanno al domicilio dei pazienti sono gli equipaggi del 118 (medici, infermieri, autisti e soccorritori), dove trovano situazioni imbarazzanti, degne di un Paese del Terzo Mondo. Praticamente, vanno a fare quelle visite domiciliari che dovrebbero fare i medici di cui al punto 1, sottraendo risorse e tempo all’emergenza vera. 

4) Una volta accertata la necessità di ospedalizzare un paziente, non si sa dove portarlo. Così cominciano i viaggi della speranza e le ambulanze vengono rimbalzate da pronto soccorso a pronto soccorso, senza che nessuno accetti i pazienti. Se li accettano, li fanno restare anche 10-12 ore sulla barella dell’ambulanza, rendendo praticamente inoperativi i mezzi, che possono servire per altre patologie gravi (con tutti i soldi ricevuti per l’emergenza virus non sono riusciti a comprare 1000 barelle/letti dove sistemare i pz? E le spinali e le barelle di biocontenimento?). Questo è il motivo per cui quando chiamate il 118 vi mettono in lista d’attesa. Il fatto che dalla centrale operativa non rispondolano subito e sempre, dipende dalla penuria di mezzi e, soprattutto, dalla carenza di organico che io ho denunciato a luglio 2020 e da allora nulla è stato fatto.

5) Alla fine, lo scaricabarile delle responsabilità è servito: la Centrale Operatva del 118 ad ogni chiamata manda un mezzo, senza avere sempre la possibilità di dire al medico o all’infermiere dove andare a portare il paziente. A volte inviano l’ambulanza India perché le Mike sono poche e poi ci mandano l’automedica in soccorso, sei persone per visitare un paziente che molte volte non necessita di ricovero. Quando arriva prima l’automedica e l’india non arriva per trasportare l’assistito, gli operatori rischiano pure le mazzate o vengono presi a parolacce dai parenti. La gente non sa come funziona il sistema d’emergenza, loro sono semplicemente preoccupati per il congiunto. E se fossero tutte mike? D’altronde l’ambulanza la si dovrebbe chiamare se stai davvero male e, quindi, ti dovrebbe visitare il medico. Da lì in poi, passa tutto nelle mani del medico del 118 che si trova tra due fuochi: da una parte è obbligato dalla centrale a recarsi al domicilio del paziente (altrimenti sarebbe omissione di soccorso), dall’altra parte è obbligato dalla deontologia e dal giuramento di Ippocrate a cercare di trovare una sistemazione per il paziente, ma sempre più di sovente trova tutte le porte chiuse in faccia dai vari pronto soccorso. Quando il medico del 118 chiede aiuto alla propria centrale operativa, si sente rispondere che; “non ci sono soluzioni, decidi in autonomia (praticamente significa sono cazzi tuoi e non lo dicono perché sono stronzi, davvero non lo sanno)”; si sceglie quindi davanti a quale porta attendere infinite ore e con quali medici di pronto soccorso litigare per tutto il giorno o la notte. E, ammesso che si riesca dopo molte ore di attesa a sistemare il paziente in un posto sicuro, appena si ritorna in postazione ricomincia il giro con un altro intervento nell’incertezza più assoluta. 

Questa è la reale situazione da un paio di settimane a questa parte. Tutto il resto sono frottole e propaganda dei politici più inconcludenti ed incompetenti che io abbia mai conosciuto.

Mario Conca

P.S. Questa mattina all’ospedale San Paolo non si sono presentati i medici e gli infermieri promessi dalla Leaci che, come tutta la catena di comando, fa i conti senza l’oste.

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