Gravina e la piscina, la storia infinita…

Dopo averne parlato informalmente, e infruttuosamente, con il sindaco Valente e dopo essermi sincerato della disponibilità della Chiesa a cedere al comune l’area sita in via Longo, edificata in buona parte, ritengo doveroso fare una riflessione pubblica. 
Considerato che nei pressi della chiesa di San Pietro e Paolo sono stati spesi circa 750 mila euro per realizzare l’infrastruttura per una piscina olimpionica, gli spogliatoi, le opere per portare al piano interrato, compreso il vano ascensore, gli ambulatori di riabilitazione e fisioterapia, due piscine esterne, e altro ancora, perché il comune non si attiva per rilevare la struttura di proprietà della Chiesa anziché procedere a rilasciare una fideiussione milionaria per costituirne un’altra in zona Pip?

Per un comune è sempre un’incognita pericolosa rilasciare una fideiussione ad una srl, si sa che le società di capitali sono ad alta mortalità, andrebbe, invece, acquisita al patrimonio comunale e poi affidata a privati mediante manifestazione d’interesse ad evidenza pubblica.

A mio parere, quindi, bisognerebbe evitare in tutti i modi la demolizione dei manufatti in via Longo cercando di contemperare gli interessi degli attori coinvolti. Se così non andasse, la Chiesa dovrà, verosimilmente, spendere altri 40 mila euro circa per bonificare la zona, e noi gravinesi perderemmo per sempre la possibilità di avere una struttura sportiva all’interno della città raggiungibile a piedi, non riqualificheremmo un quartiere malmesso e molto altro ancora…sforziamoci!
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