FIERA REGIONALE DI GRAVINA: PROCEDURE OPACHE E NON RISPETTOSE DELLE LEGGI. LETTERA AL SINDACO.

Gentile Sindaco,

Sino all’edizione del 2014, la fornitura dei servizi organizzativi e di comunicazione necessari per l’allestimento e la realizzazione della Fiera di San Giorgio è stata affidata dal comune di Gravina a fornitori e soggetti esterni, con il criterio del frazionamento degli incarichi per non superare la soglia che obbliga quanto meno al cottimo fiduciario a trattativa privata con il coinvolgimento di almeno cinque operatori del settore.

Nel 2015, con un annuncio che voleva far intendere che era arrivato il momento della trasparenza (si veda in proposito il seguente articolo di Gravina Life: http://goo.gl/d8cnqt) il Comune decide che si cambia registro e che l’affidamento per l’edizione 2015 sarà veicolato tramite Mepa, come prevede l’art. 7, comma 2 del D.L. 52/2012 (convertito con la legge 6 luglio 2012, n. 94).

In realtà, nel Mepa, le procedure per la selezione dei fornitori sono di due tipi: una volta individuata la categoria di riferimento (in questo caso “Eventi 2010 servizi per eventi e per la comunicazione”) si può procedere con un invito diretto (RDO) ad alcuni operatori – procedura questa che equivale alla trattativa privata – o con un invito (RDO) aperto e visibile a tutti gli iscritti alla categoria, procedura questa che equivale a quella ad evidenza pubblica.

Tra le due, il Comune sceglie la prima strada, invitando cinque ditte presenti sul Mepa: Boys global service, Artis società cooperativa, Iris società cooperativa sociale, Co.M.Media srl, Società cooperativa Paz e scegliendo il criterio del prezzo più basso per l’aggiudicazione.

Ma analizziamo alcune caratteristiche della ditte prescelte:

-La Boys global service, che opera a Trento, non è presente nella categoria di riferimento “Eventi 2010 servizi per eventi e per la comunicazione” e quindi non può rispondere alla procedura.

-La Iris società cooperativa sociale, opera a Bolzano, si occupa di spettacoli teatrali e non solo non è presente nella citata categoria di riferimento, ma non è nemmeno iscritta al Mepa.

-Anche la Società cooperativa Paz, non è presente nella categoria di riferimento “Eventi 2010 servizi per eventi e per la comunicazione” e quindi non può nemmeno lei rispondere alla procedura.

Le irregolarità sono a questo punto evidenti: a poter rispondere restano solo la Artis e la Co.M.Media, che insieme non raggiungono il numero minimo di operatori previsti dalla legge e dal regolamento Mepa per i cottimi fiduciari (minimo tre oppure cinque o più operatori).

Naturalmente arriva una sola offerta che sarà quella vincente: quella di Co.M.Media, con un ribasso simbolico di poco più del 3% su una base d’asta di circa 200.000,00 euro iva esclusa.

È infine interessante prestare attenzione alle tempistiche.

La determina di indizione della gara è del 13 marzo e per rispondere è logico lasciare agli operatori almeno 10 giorni. L’aggiudicazione provvisoria è del 30 marzo (https://goo.gl/sO0w2Z) e tutto deve essere pronto per la seconda decade di aprile. È ovvio che così si procede con la somma urgenza per una rassegna centenaria, la cui programmazione dovrebbe avvenire con largo anticipo, permettendo all’aggiudicatario di lavorare nelle more degli accertamenti di legge.

Fra l’altro il procedimento a trattativa privata è espressamente vietato dalla Legge Regionale numero 2 del 2009 che all’articolo 11 punto 4, richiama l’obbligo dell’evidenza pubblica per la selezione degli organizzatori delle rassegne fieristiche.

Cos’altro dire? Che alla procedura si dovrebbe interessare l’Anac se non la Procura della Repubblica? Che la procedura stessa appare irregolare sotto molteplici e rilevanti punti di vista in spregio delle pari opportunità, discriminando gli operatori e violando le leggi e le regole di mercato? Che l’amministrazione avrebbe potuto avere sensibili riduzioni di costi allargando l’area degli invitati?

Per rimediare, a questo punto, c’è una sola possibilità: lanciare sul Mepa una Rdo libera per tutti gli operatori iscritti nella categoria di riferimento in modo da avere una ampia scelta tra le offerte e scegliere quella che comporta maggiori risparmi per l’amministrazione.

Infatti il criterio del prezzo più basso, per non lasciare adito a dubbi, non può essere sostituito in corsa con quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che lascerebbe all’amministrazione un’ampia discrezionalità nella valutazione dell’offerta tecnica, consentendo di favorire i soliti noti.

Cordialmente,

Mario Conca

Bari, lì 23 Febbraio 2016

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