Considerazioni sul futuro del movimento…

La soluzione che proposi a Di Maio nel 2017 a Taranto era semplice ed efficace, alla fine mi disse che avevo riformato i meetup. Ve l’accenno brevemente senza voler essere esaustivo, anche perché questa è una parte dei problemi. Una sola regola che avrebbe assicurato molteplici vantaggi a cascata, motivando gli iscritti, spronando gli attivisti nei loro territori e premiando il merito, in ossequio alle scelte condivise e alla trasparenza che sono alla base della democrazia partecipata che ci ha contraddistinto. Gli parlai anche dell’utilizzo delle votazioni online per scegliere assieme tutto, e non per rispondere a domande retoriche o finte scelte. Referenti, probiviri, programma, quesiti, etc…scelti veramente dalla base tra tutti gli eletti e non selezionati dal vertice e avallati con votazioni scontate, per fare sentire importante l’iscritto, evitare polemiche, retropensieri e rafforzare gli stessi ruoli. Gli avevo anche detto di pensare ad una struttura leggera ma condivisa con la base e non imposta dall’alto, perché l’anarchia è un male peggiore dell’oligarchia.

Gli dissi che per frenare gli arrivisti e per creare la fucina della futura classe dirigente sarebbe bastato introdurre la regola, secondo la quale, per candidarsi al parlamento nazionale ed europeo si dovesse prima aver svolto un mandato, da eletto, nel comune o nella Regione di residenza. Ho accorpato comuni e regioni perché in entrambi i livelli istituzionali si viene eletti con preferenza e si è a stretto contatto con la gente, poi si sarebbe potuto anche decidere di non valutarlo come terzo mandato, una sorta di palestra amministrativa. Per essere votati bisogna essere stati percepiti dalla cittadinanza, altrimenti la candidatura non ti porta all’elezione non essendoci il listino bloccato come alle politiche. Ovviamente questa regola non sarebbe valsa per tutti coloro che erano già in parlamento, perché superata dal mandato in essere, ma per tutti i nuovi.

Questa semplice regola avrebbe portato tutti a lavorare nelle rispettive città e circoscrizioni, al fine di assecondare la legittima aspettativa a voler ricoprire il ruolo di parlamentare nazionale o europeo, una conditio sine qua non. In questo modo i parlamentari sarebbero arrivati più preparati e con una infarinatura generale acquisita sul campo, un po’ come succede in tutti gli altri partiti.

Io, e lo racconto solo a titolo esemplificativo, sono diventato consigliere regionale soprattutto grazie al plebiscito gravinese che mi ha consentito di risultare il più suffragato della mia citta e della circoscrizione barese, oltre che l’unico dei 181 aspiranti candidati della provincia di Bari, che avevano cliccato sulla piattaforma dando la loro disponibilità, a risultare eletto. Le 2500 preferenze, sulle 16 mila totali espresse, le ho prese perché nei tre anni precedenti ho svolto il ruolo di pungolo verso l’amministrazione, denunciando e proponendo tante cose unitamente al gruppo Gravina 5 Stelle. In quegli anni è come se avessi svolto il ruolo di portavoce, ascoltando la gente e cercando di dare risposte, una costante opposizione extra consiliare, un passaggio propedeutico che mi è ‘costata’ l’elezione.

Potrei dilungarmi su com’è, invece, andata, ma credo che chiunque abbia capacità di discernimento e voglia essere obiettivo e onesto con se stesso, potrà rispondersi da solo. Questa regola, se applicata oggi dopo aver perso consensi, pezzi e credibilità, non garantirà il risultato ottimale, ma ritengo possa essere l’unica possibilità se si rivedrà anche l’attuale vertice che a mio parere ha molte responsabilità, talvolta dettate da buona fede e inesperienza. Continuare ad arroccarsi dietro la squallida legge elettorale, la volatilità dell’elettore medio, etc…, giustificando la deriva e la débâcle sarà oltremodo deleterio.

Chi si ostinerà a fare il fan o a vivere il movimento come atto di fede, farà un danno a se stesso e a tutti agli altri, oltre che impedire un dialogo interno che è mancato per anni ed è assolutamente inderogabile…il talebanesimo ha sempre avuto un’accezione negativa, non dimentichiamolo mai!

Tanto vi dovevo
Mario

P.S. La foto è stata scattata il 22 febbraio 2013 in piazza San Giovanni in Laterano, a Roma, dove eravamo andati per la chiusura della campagna elettorale per le Politiche.

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