Sanità. Conca: “Mentre Amati ed Emiliano litigano sulla libera professione la sanità pugliese va a rotoli”

 

“Mentre il Presidente/Assessore Emiliano e il consigliere Amati litigano sulla validità della proposta di legge per ridurre le liste d’attesa che punta al blocco automatico in caso di disallineamento tra visite istituzionali (CUP) e visite a pagamento (CUP ALPI), proposta identica all’emendamento che entrambi mi hanno bocciato durante la sessione di bilancio di previsione 2018,  la sanità va a rotoli. Nelle strutture complesse di Puglia, molti dirigenti medici, primari e facenti funzione, perpetrano quotidianamente ingiustizie e abusi d’ufficio a danno dei cittadini. Il tutto nel silenzio assordante delle direzioni sanitarie di presidio e della direzione generale che, pur sapendo, omettono di controllare e sanzionare”. Lo dichiara il consigliere del M5s Mario Conca, che torna a chiedere l’abolizione della libera professione.

Oggi la libera professione incalza il pentastellatonon è più una libera scelta ma un obbligo per accelerare i tempi se si vogliono evitare attese che possono durare anni. So bene che il blocco automatico non servirà a contenere le liste d’attesa, anzi, credo che farà perdere incassi alle Asl perché il nero andrà a sopperire gli introiti dei medici disonesti, ma sarebbe sicuramente un rafforzamento legislativo doveroso, visto che è già previsto dai disattesi regolamenti aziendali pugliesi. Deve esistere invece una libera professione pubblica, che permetta agli operatori di trattenere parte di ticket e drg per le ore di straordinario”.

“A 40 anni dalla legge 833 e a 26 anni dalla 502 è tempo di cambiare a livello nazionale  – continua Conca – ma le colpe della Regione sono evidenti. Responsabilità che attengono alla governance, al controllo di gestione, alla meritocrazia, alle clientele centralizzate, alla sindrome del mattone, alla mancanza di controllo e di ottimizzazione. Il SSN andrebbe stravolto e non si può prescindere dal passaggio al ruolo unico del medico per assicurare pari stipendio e dignità ai dottori. Medici di medicina generale e pediatri di libera scelta andrebbero assunti dalla dirigenza per andare a operare, h24 e 7/7, nei PTA o negli ospedali di comunità, con il potenziamento della specialistica ambulatoriale, dei PDTA, per andare a rafforzare le cure a domicilio con l’infermiere di comunità al posto del più costoso caporalato che si otterrà con il neonato care Puglia, per decongestionare i pronto soccorso trattenendo sul territorio i codici bianchi e verdi. Si dovrebbe passare al numero chiuso alla francese, alla specialistica agganciata al fabbisogno epidemiologico e alla quiescenza, alla rimodulazione dei ticket che devono essere direttamente proporzionali alla situazione reddituale e alla complessità della diagnostica, alla rivisitazione dei costi standard per la ripartizione del FSN. Non bisognerebbe porre nessun limite alla mobilità attiva, attingere all’outsourcing, ove non fosse possibile sopperire con il pubblico, per azzerare o contenere la mobilità passiva ed evitare i costi sociali diretti e indiretti che in Puglia valgono 60 milioni, così come si dovrebbe dare una identità agli ospedali per puntare ad eccellenze in linea con il piano nazionale Esiti, bisognerebbe puntare su ampliamento di lungodegenza e post – acuzie, budget di salute per i servizi socio-sanitari e riabilitativi a bassa intensità per elevare qualità e concorrenza, etc… L’unico vincolo per le Regioni deve restare il pareggio di bilancio, con delle premialità per obiettivi, per evitare attenuanti e ricadute negative sull’assistenza sanitaria. Un discorso molto più lungo andrebbe articolato nelle opportune sedi tra Stato e Regioni – conclude – ma queste sono le basi da cui ritengo si debba ripartire, pena la soccombenza del sistema universalistico e solidaristico Beveridge”.

Lascia un Commento

x

Check Also

LA MIA INTERVISTA A CANALE 2

Ad un anno dall’inizio di questa emergenza sanitaria stiamo peggio di prima, facciamo il punto ...