IL VERO PADRONE DEL MONDO REALE È QUELLO VIRTUALE!

Riflettiamo insieme.

Per molti utenti/cittadini Twitter e Facebook hanno fatto bene a bloccare Trump. Per altri dovevano farlo prima e per altri ancora non dovevano azzardarsi. La scelta di queste piattaforme è la dimostrazione del teorema, secondo il quale, se un certo tipo di comunicazione, meglio mainstream, può forgiare e pilotare il pensiero delle masse in poco tempo minacciando lo status quo, va fermata.

Se ciò è vero, per consequenzialità bisognerebbe oscurare tutti i programmi TV faziosi e i giornaloni di partito che da decenni, edulcorando la realtà per favorire questo o quell’altro leader, questa o quell’altra lobby, fuorviano le menti con una narrazione di sistema portandoli a credere che loro sono la bocca della verità.
Sono piattaforme private, mezzi di informazione lottizzati che hanno soppiantato la socialità d’un tempo, le piazze pubbliche, gli striscioni e i tazebao. Io ad esempio non posso più utilizzare il mio account pubblicitario perché Facebook, nel luglio 2019, mi ha scritto dicendomi che avevo violato la privacy. Di chi non l’ho mai saputo, ma parlare con loro è come chiamare all’Enel, dove ti risponde un operatore dall’India che non sa quasi nulla. Tant’è!
È giusto che abbiano la possibilità di condannare all’oblio totale o temporaneo chiunque? È giusto dare spazio solo a chi avvalla lo stato delle cose? Io credo di no, ma non vedo soluzioni, a parte quella di ritornare per quanto possibile all’anacronistico offline, perché la loro forza siamo noi. Sono piattaforme user generated content che sparirebbero se tutti noi smettessimo di utilizzarle, ma sappiamo bene che non succederà mai e, anzi, ne diventiamo sempre più masochisticamente dipendenti. La vera tragedia è che andrà sempre peggio.

La censura per me non dovrebbe esistere perché ognuno dovrebbe poter ascoltare tutto e leggere tutto quello che vuole per poi farsi un’idea propria. Tanto se uno non vuole ascoltare la TV la spegne o cambia canale. Se uno non vuole leggere un giornale non lo compra. Se uno non vuole seguire qualcuno lo banna o lo blocca sui social. La realtà è diversa, però, la censura esiste davvero ma non vale sempre e per tutti, è ad intermittenza. Un po’ come la legalità e la giustizia!

Molti, al contrario, ritengono che una censura debba invece esistere, solitamente ci credono fino a quando non li tocca personalmente. Deve esistere perché ci sono tanti creduloni sulla faccia della terra e ci vuole un filtro alle tante affermazioni contrastanti che possono indurli in tentazione o in fallo.

A questo punto la domanda nasce spontanea?

E chi decide cosa è giusto filtrare, chi bloccare o bannare? Tutti quelli che si sentono rappresentato dal pensiero unico, la narrazione di sistema, e che non si rendono conto che sono stati a loro volta forgiati e pilotati nella scelta. Ma chi garantisce che questa informazione di massa sia quella più giusta e fatta nell’interesse della collettività? Nessuno.

È più giusto stare nell’Unione Europea o tornare alla Sovranità monetaria e democratica?

È più giusto avere una censura preventiva o lasciare libertà di parola e di scrittura a tutti?

È più giusto il Presidenzialismo all’americana o il Parlamentarismo all’italiana?

Se vivessi in un mondo dove funzionasse tutto, dove regnasse la giustizia sociale e si prediligesse sempre l’interesse pubblico, qualche domanda me la porrei. Sono inadeguato io? Come mai mi ritrovo ad essere anticonformista senza scegliere di esserlo? Sono un analfabeta funzionale che non capisce ciò che ascolta o legge?

Ma il mondo funziona?

A mio parere la situazione è così irreversibilmente compromessa che ci vorrebbe un altro big bang per resettare tutto, una missione praticamente impossibile.

Come ne usciamo?

Sicuramente non ne usciamo aderendo a piattaforme o canali di informazione più piccoli perché, una volta divenuti grandi, diventerebbero come le big tech.

Io ho detto la mia, voi cosa ne pensate?

Mario

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