ELEZIONI, LA COMPRAVENDITA DI VOTI. VECCHIE CONOSCENZE E VECCHI METODI

Venticinque euro a voto o poco più…?

All’indomani delle elezioni comunali di Bari del 2019 ebbi l’ardire di denunciare con un post (https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2203974413052082&id=712785708837634) il risultato elettorale della Maurodinoia, che totalizzò 6234 preferenze, e nella stessa giornata ricevetti una diffida dal suo legale di fiducia con la quale mi invitava a rimuoverlo. Naturalmente non lo cancellai. Ieri leggo che la procura di Bari sta indagando proprio su uno dei candidati di quella lista, Sud al Centro, di cui lei è la leader indiscussa. Ovviamente non sono per nulla sorpreso perché è un modus operandi così consolidato che si consuma ad ogni tornata elettorale di qualsivoglia livello legislativo e, come più volte ho scritto o detto in pubblica piazza, è solo la punta di un iceberg che interessa molte liste e altrettanti mestieranti della politica di tutte le città pugliesi. Per uno che ne beccano centinaia ‘sfuggono’. Ma davvero solo la procura e gli inquirenti non lo sanno? Ma non li vedono i galoppini davanti ai seggi e le lunghissime file per riscuotere nei giorni a seguire? Tantissimi voti sono comprati con pochi spicci cadauno, o utilità eventuali e future, molti di più sono estorti con il ricatto emozionale perpetrato grazie a centinaia di candidati civetta di cui la truffa legalizzata delle coalizioni, come un cancro, si nutre. Corsi e ricorsi storici…Mario

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