È ALL’ESTERO CHE SI DECIDERÀ IL FUTURO DEL PAESE…BISOGNA AGIRE!

Lettura consigliatissima a tutti!!

Mentre in Italia ci si arrovella sul duello Renzi-Conte è all’estero, come sempre, che si deciderà il futuro del Belpaese: l’Italia, scrive in un retroscena informatissimo Italia Oggi, sotto il profilo politico è sotto “tutela” della Germania mentre dal punto di vista economico-finanziario dipende dalla Francia.

Per questo chi fa la spola tra questi “mondi” è sicuro nel dire che in “Europa ormai il livello di guardia è salito alle stelle e non se ne può più dell’indecisionismo contiano”. In poche parole auspicano un cambio di passo immediato da parte dell’inquilino di palazzo Chigi. I problemi di cui si parla apertamente nelle capitali europee quando si comincia a trattare l’argomento Italia (ma l’eco è giunta sino alle soglie del Quirinale) sono essenzialmente tre: il controllo dei conti del Belpaese, l’utilizzo dei soldi del Recovery Plan e l’incertezza geopolitica nel Mediterraneo. In poche parole si teme il flop del governo Conte nella gestione e nell’utilizzo dei soldi del Recovery, la mancata crescita dell’Italia (che per restituire i soldi dovrebbe crescere del 3% per molti anni a venire) e le scosse telluriche che si avvertono nel Mediterraneo a base di turchi e russi. Tutte partite complesse e delicate per le quali “Giuseppi” non viene più ritenuto adatto, tanto più ora con l’arrivo del nuovo inquilino alla Casa Bianca (per di più in Italia per accreditarsi con la nuova amministrazione Usa si sta facendo a gara per strappare a Conte la delega ai servizi). Per questo nel deep state europeo stanno aumentando le pressioni per la discesa in campo di Mario Draghi, l’unico ritenuto in grado di non sprecare l’opportunità del Recovery facendo crescere l’Italia ma al contempo mantenendo sotto controllo i conti pubblici, fornendo così adeguate “garanzie” ai partner europei. Il pericolo è che se “salta l’Italia crolla l’intera Europa”. Anche al Quirinale monitorano con attenzione la situazione; Super Mario potrebbe scendere in campo, spiega chi lo conosce bene, ma solo con una soluzione alla Ciampi, suo grande maestro: prima palazzo Chigi e poi il Quirinale. L’ipotesi piace anche a Matteo Salvini perché se appoggiasse il governo (gradito alla Merkel) dell’ex numero uno della BCE in cambio sarebbe definitivamente sdoganato in Europa (ricevendo anche i ringraziamenti dagli Usa) e al giro successivo con Draghi al Colle potrebbe finalmente sedersi a palazzo Chigi. E poi non dovrebbe pensarci lui al risanamento dei conti del paese (cosa che difficilmente saprebbe fare) e che invece accadrebbe se andasse ora al governo. Insomma, un “super tecnico” ora gli toglierebbe le castagne dal fuoco. Ecco perché, continua Italia Oggi, il Capitano leghista non vede l’ora di mettersi a disposizione dell'”operazione Draghi” ed ha ripreso ad interloquire con Matteo Renzi anche lui grande tifoso dell’ ex Bce.

Certo, resta da capire se gli italiani gradiranno questo ennesimo “commissariamento” da parte di sua maestà Angela Merkel dopo l’esperienza del governo Monti (che per reazione portò ad un’esplosione di sovranisti e populisti mai vista prima): ma l’alternativa, senza il risanamento dei conti e un vero rilancio del paese è solamente la Troika (nel giro di tre anni).

PS Molti italiani hanno la memoria del pesciolino rosso e sono affetti dalla sindrome di Stoccolma, dimenticano e accettano tutto.

PPS Per fortuna sempre più gente ha compreso bene che l’unione europea è nostra nemica e perseguirà la strada dell’italexit, l’unica via percorribile…Mario

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