Ambito di Grumo – ESPOSTO IN PROCURA PER SOSPENSIONE ASSISTENZA DOMICILIARE

Ieri mattina, i disabili e gli anziani aventi diritto all’assistenza domiciliare ADI o SAD hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Bari per le valutazioni di competenza relativamente alla sospensione dei suddetti servizi nuovamente perpetrata quest’anno, come nel 2018, dall’Ambito Territoriale Sociale ASL BA5. Ad essere chiamati in causa sono gli amministratori dei comuni che fanno parte dell’Ambito (Acquaviva, Cassano, Toritto, Binetto, Sannicandro e Grumo) La decisione non è stata presa certo a cuor leggero ma arriva dopo tre mesi di assenza di riposte concrete da parte delle istituzioni regionali, comunali e dell’ente sovracomunale precitato. Tre lunghi mesi in cui l’unico segnale certo è stata la totale indifferenza al grido di allarme degli utenti. L’esposto è stato firmato anche da due associazioni di volontariato la Nova Vita di Cassano e la Liass di Grumo Appula che da tempo si battono, sul territorio, per il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’azione è stata inoltre supportata anche da semplici cittadini, dai meetup del M5s dei sei comuni, dai consiglieri comunali pentastellati di Acquaviva e Sannicandro e dal consigliere regionale Mario Conca.
Noi, in quanto famiglie, ringraziamo chi ci ha supportato, dandoci il coraggio di andare avanti e lottare, anche se pensiamo sia di per sé UNA SCONFITTA DELLE INTERE COMUNITÀ CITTADINE che un gruppo di famiglie con fragilità sia costretto a far valere diritti costituzionalmente garantiti davanti alla Magistratura. Era stata abbondantemente preannunciata, a tutti gli organi di governo dei sei Comuni, una legittima reazione da parte di chi soffre e non ha sufficienti mezzi economici per pagarsi l’assistenza denegata. Ma i nostri interlocutori hanno solo risposto, nella migliore delle ipotesi, solo con generici appelli, a se stessi rivolti, a darsi da fare. Nella realtà dei fatti, i disagi e la sofferenza degli utenti e delle loro famiglie sono stati assolutamente sottovalutati e nessuno è mai parso realmente interessato a trovare soluzioni fattive. Siamo stanchi e ci vediamo costretti a rivolgerci ad altre autorità.

ECC.MO SIG.
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BARI

Con il presente esposto si intende portare alla pregevole attenzione dell’Ecc.ma S.V. la grave situazione personale cui sono esposti, da oltre due mesi, 85 tra DISABILI ED ANZIANI residenti nei Comuni di Grumo Appula, Acquaviva delle Fonti, Sannicandro di Bari, Cassano delle Murge, Binetto e Toritto, facenti parte dell’Ambito Territoriale Sociale di Grumo Appula ASL/BA 5, in conseguenza della sospensione dell’erogazione dei basilari servizi di assistenza domiciliare. Tali servizi di assistenza sono disciplinati dalla legge 328/00, Legge Quadro per la realizzazione e gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.
Tra i più importanti di questi ultimi v’è l’assistenza domiciliare (detta anche “home care”), servizio di base in cui vengono erogate prestazioni integrate da vari operatori sanitari, sociali e assistenziali. Nel quadro della riforma sanitaria italiana, la finalità dell’home care è la limitazione prevenzione delle costose degenze ospedaliere attraverso programmi di Piani Individuali di Assistenza e la realizzazione di un servizio sociale ed infermieristico per le cure primarie. Gli indicatori che permettono agli utenti l’accesso a tali servizi sono principalmente la gravità della patologia, l’ISEE basso e la mancanza di una rete familiare di protezione.
Gli organi principali dell’Ambito sono:
– Il Coordinamento Istituzionale, organo di indirizzo politico di cui fanno parte tutti i Sindaci e gli Assessori ai Servizi Sociali dei Comuni aderenti all’Ambito;
– L’Ufficio di Piano, organo tecnico che svolge funzioni di gestione, amministrazione e valutazione del Piano Sociale di Zona che è lo strumento di Programmazione Triennale di tutte le attività dell’intero Ambito.
L’associazione tra i Comuni per la costituzione dell’Ambito Territoriale Sociale assume veste giuridica attraverso una Convenzione, di durata triennale, con la quale si stabilisce da parte dei consigli comunali di ogni comune la volontà di programmare e gestire in forma associata il Piano Sociale di Zona. Alleghiamo a tal proposito la Convenzione (All.1) vigente nell’Ambito Territoriale Sociale di Grumo adottata, redatta e sottoscritta in data 18/04/2018
nella residenza Municipale di Grumo alla presenza di tutti i rappresentanti del Coordinamento Istituzionale.
Il personale a diretto contatto degli assistiti è composto perlopiù da operatori qualificati socio-sanitari – noti come O.S.S.- dipendenti da cooperative che prendono in appalto i servizi generici di assistenza, previa partecipazione a bandi di gara pubblici. Per l’aspetto strettamente medico o sanitario è previsto, invece, un collegamento fra tali operatori con servizi specialistici della ASL territoriale.
La tipologia dell’assistito a domicilio é molto variabile; nella più gran parte dei casi si tratta di:
o persone anziane e giovani non autosufficienti con gravi disturbi neurologici ;
o persone giovani affette da gravi malattie neurodegenerative;
o persone affette da gravi deficit cognitivi e motori ;
o pazienti paraplegici con grave compromissione delle funzioni respiratorie;
o cittadini in condizioni di grave autosufficienza sociale e fisica derivante da condizioni critiche di bisogno sociale e sanitario;
Si parla di soggetti che hanno bisogno di aiuto molto marcato, sia domestico sia medico-infermieristico e sociale e con un’età compresa tra i 20 e gli oltre 65 anni di età in cui il denominatore comune è la compromissione della salute fisica e del benessere sociale.
Fra le prestazioni garantite dal sistema, le più ricorrenti e basilari sono le seguenti :
– aiuto nella mobilizzazione, igiene e vestizione della persona;
– prevenzione e cura delle piaghe da decubito;
– servizio di segretariato sociale;
– servizio alimentazione per coloro che non hanno la possibilità di provvedere alla propria nutrizione;
– servizio di somministrazione dei farmaci;
– servizio di lavanderia e guardaroba,
– servizio di assistenza sociale,
– servizio di assistenza psicologica ,
– servizio di igiene ambientale e di riordino dell’abitazione ,
– servizio di assistenza infermieristica
– servizio di assistenza medico geriatrica.
Tali prestazioni sono quasi tutte sempre presenti nella c.d. Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.). Destinatari, infatti, del servizio di ADI sono PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI, IN CONDIZIONI CRITICHE DI BISOGNO SOCIO-SANITARIO E/O CON MALATTIE CRONICHE ALTAMENTE INVALIDANTI (sclerosi multipla, grave deficit motorio e cognitivo e distrofia muscolare); disabili fisici in condizioni di
complessità assistenziale e soggetti affetti da pluripatologie cronico-degenerative con limitazione o perdita completa dell’autonomia.
La complessità del quadro clinico di molti di questi pazienti, di cosi detto “secondo livello”, richiede non di rado, ad integrazione del servizio ADI, anche l’intervento di personale infermieristico qualificato e il supporto di un “care-giver” 24 ore su 24.
In altri casi, l’assistenza è rivolta a cittadini anziani e disabili, che si trovano in situazioni di disagio per precarietà dello stato di salute, di limitata autonomia per patologie psico-fisiche , assenza o fragilità della rete familiare aggravata da reddito ISEE limitato, viene attribuito il Servizio di Assistenza Domiciliare (S.A.D.). L’erogazione degli interventi di assistenza avviene presso l’abitazione dell’utente è finalizzata a superare situazioni di difficoltà contingente, per migliorare stati di disagio prolungato e/o cronico e, soprattutto, per evitare ricoveri non volontari, per ritardarne la necessità e principalmente per creare una rete di protezione attorno all’utente. Le principali prestazioni del servizio sono, in questo caso:
– igiene della persona e aiuto nella vestizione,
– riordino e pulizia della casa,
– ritiro ricette e farmaci,
– acquisto beni alimentari e preparazione pasti,
– accompagnamento a visite mediche;
– disbrigo di pratiche burocratiche;
– sostegno alla vita di relazione e accompagnamento ad attività di socializzazione;
– segretariato sociale;
Fino a qualche mese fa, nell’Ambito T.S. di Grumo Appula, comprendente i comuni di Grumo Appula, Acquaviva delle Fonti, Sannicandro di Bari, Cassano delle Murge, Binetto e Toritto, gli assistiti in ADI erano 39; la più gran parte di essi normalmente fruiscono mediamente di 1’30” Ore al giorno di assistenza, mentre alcuni anche di2’30” Ore.
Gli utenti beneficiari del SAD erano 46; mediamente la frequenza degli interventi giornalieri di assistenza era di 1 ora e la durata media di 6 ore settimanali. Per rendere più chiaro il quadro degli assistiti alleghiamo l’elenco fornitoci dall’Ambito sulla suddivisione per ciascun servizio (All.2).
La gravità degli eventi omissivi, che con la presente si portano a conoscenza di codesta Ecc.ma Procura della Repubblica, non è correlata al solo numero dei cittadini privati degli essenziali servizi de quo bensì anche alla gravità delle patologie da cui essi sono affetti, in mancanza di cure, e quindi dei danni biologici e morali cui si trovano
oggi esposti; e soprattutto dei rischi esistenziali per alcuni dei medesimi.
Dal 19 giugno scorso, senza preavviso, l’Ambito Territoriale di Grumo Appula ha ridotto la somministrazione dei suddetti servizi all’insignificante durata di 10 minuti al giorno, per una parte -minima- degli aventi diritto; i restanti ne sono stati privati del tutto e vivono, quindi, una situazione di completo abbandono a se stessi. Da ben due mesi, dunque, la delicata indispensabile assistenza, relativamente agli invalidi gravi dell’Ambito Territoriale Sociale di Grumo Appula ASL BA/5, in pratica ricade solo sui figure familiari, se e quando presenti.
Il taglio delle prestazioni sociosanitarie prescritte nel “Piano Assistenziale Individuale” (PAI) deciso dalla “equipe multidisciplinare” composta da medici di medicina di base, fisiatri e assistenti sociali, è stato operato in modo del tutto lineare e indiscriminato, senza tener conto delle specificità degli aventi diritto, ossia dei bisogni e delle patologie di ognuno di essi, come se non si trattasse di persone ma di soli numeri.
Per conseguenza, il quadro odierno è raccapricciante:
– a pazienti dell’ADI, cui era stato stilato un PAI che garantiva 2 ore e 30 minuti di assistenza al giorno, si vedono riconosciuti soltanto 10 minuti al giorno; lo stesso tempo viene garantito a chi, nel proprio PAI, viene riconosciuta e attribuita -ordinariamente- 1 ora al giorno di assistenza.
– nel SAD invece in alcuni casi è riconosciuta 1 sola ora a settimana; altri pazienti , con gravi deficit cognitivi, vengono addirittura lasciati del tutto senza assistenza.
Questa assegnazione non solo offende i cittadini e le loro famiglie ma contravviene a quanto garantito nei “Livelli Essenziali di Assistenza” (LEA), previsti e disciplinati dall’art. 9 della suddetta Convenzione firmata da tutti i sei Comuni per regolare la gestione dei servizi.
Non è la prima volta che le omissioni sopra narrate si verificano; lo scorso anno ce ne furono ben due, nel mese di agosto ed ottobre, per un totale di circa 40 giorni di disservizio.
La causa di tutto ciò risiede soltanto nella mala gestio del Comune capofila (Grumo Appula) e degli altri cinque comuni dell’Ambito.
Un dato su tutti palesa la TOTALE noncuranza di alcune delle testè citate amministrazioni comunali: dal Prospetto Economico (All 3 ) si evince una situazione debitoria dei Comuni nei confronti dell’Ambito che si protrae dal 2013 e che evidenzia la leggerezza e il disinteresse degli amministratori nel programmare e gestire i delicati servizi in parola.
Il Coordinamento Istituzionale non ha svolto le funzioni di controllo, di programmazione e di monitoraggio sugli stati di attuazione e le
rendicontazioni finanziarie del Piano Sociale di Zona previste dall’art. 9 della suddetta convenzione.
La mala gestio di cui sopra da parte dei sei Comuni dell’Ambito è comprovata dalla DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 2 agosto 2018, n. 1415, pubblicata nel B.U.R.P. n.105 del 4-9-2018 (All. 4). Nella premessa di tale provvedimento (a firma del Presidente Emiliano) si esplicita il seguente rilievo:
“ – alla data del 25 luglio 2018 risultano in più significativo ritardo rispetto all’espletamento di tutte le fasi del percorso di concertazione, stesura e adozione del Piano Sociale di Zona nonché di formalizzazione dell’associazione intercomunale per la gestione dei servizi socio assistenziali i seguenti Ambiti territoriali: Altamura, Bitonto, Conversano, Gioia, Grumo Appula (…);
– l’attivazione della procedura per l’esercizio dei poteri sostitutivi, con la diffida ad adempiere, deve intendersi come azione volta ad attivare, nel rispetto del principio di sussidiarietà, ogni utile sforzo da parte dell’Ambito territoriale per il superamento delle ragioni del ritardo e per lo svolgimento di tutte le fasi ancora non completate del percorso per la stesura del Piano Sociale di Zona e per la adozione dello stesso, al fine della indizione della Conferenza di Servizi”.
Tanto premesso e considerato, si ritiene opportuno proporre con il presente provvedimento alla Giunta Regionale l’avvio dell’esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti degli Ambiti territoriali gravemente
inadempienti, mediante la formulazione di una diffida formale ad adempiere entro i successivi 30 giorni dalla pubblicazione del presente provvedimento sul BURP, per il rispetto dei seguenti obblighi:
− approvazione nei Consigli Comunali di tutti i Comuni ricadenti nel medesimo Ambito territoriale della convenzione per la gestione associata delle funzioni socio assistenziali connesse all’attuazione del Piano Sociale di Zona;
(…) − stesura del Piano Sociale di Zona dell’Ambito territoriale e adozione dello stesso in sede di Coordinamento Istituzionale, con la contestuale assunzione degli impegni dei Comuni per il cofinanziamento con risorse proprie del Fondo Unico di Ambito nonché per il mantenimento della spesa sociale media del triennio precedente.
Di seguito, in questo provvedimento, in applicazione dell’art. 19 del “Regolamento attuativo” della predetta legge regionale, si prospetta espressamente, per il caso di persistente inerzia dell’Ambito e dei Comuni, l’esercizio dei “Poteri sostitutivi” previsti e disciplinati dall’art. 19 del Regolamento Regionale attuativo della legge regionale 10 luglio 2006, n. 19 ovvero la nomina di un commissario ad acta.
Di fatto tale nomina non è mai avvenuta. Anche la Regione Puglia, dunque, a giudizio degli scriventi, si è resa e si rende inadempiente
rispetto ai diritti sociali degli utenti aventi titolo. Oggi, non ostanti le numerose richieste agli organi regionali da parte delle famiglie, assistiamo ad un blocco amministrativo sia a livello regionale che comunale di cui a pagare le conseguenze sono solo gli 85 utenti già afflitti dalla loro grave situazione.
Nonostante il periodo di gran caldo, e che va a gravare ulteriormente sulle condizioni di salute degli utenti, nessun sindaco dei sei comuni aderenti all’ambito ha attivato, cosi come previsto dal D.lgs.267/2000 art.50 comma 5, progetti tipo “ Emergenza Caldo”, cosi come fanno altri comuni, al fine di sopperire alla riduzione drastica dei Servizi Adi e Sad ed evitare l’emergenza vissuta dalle famiglie.
L’unica iniziativa, seppur tardiva, è stata quella del Comune di Grumo, che, in quanto gestore di fatto dei servizi facenti capo all’Ambito, in data 15 luglio scorso affidava la prosecuzione del servizio (All. 5), con un importo inferiore ad € 40.000,00, con i quali è stato possibile fornire l’assistenza vergognosa e indecorosa di 10 minuti al giorno che oggi viene offerta agli utenti, in barba ai parametri predisposti nei L.E.A. per i servizi ADI E SAD, servizi legalmente classificati, in talune fonti, quali “indifferibili” (All. 1).
Appare chiaro ed evidente come la situazione testé esposta, oltre a ledere la dignità, il diritto alla salute e alla vita, costituzionalmente garantita, compromette irrimediabilmente l’esistenza già provata dei soggetti aventi diritto all’erogazione dei servizi.
Alla luce di quanto esposto chiediamo che l’Organo Inquirente Voglia espletare le indagini relative ai fatti illustrati al fine di accertare eventuali responsabilità penali in ordine ai fatti sopra esposti.
Elenchiamo a titolo non esaustivo di alcuni utenti e loro familiari come persone informate dei fatti:
1. Bongallino Grazia, residente ad Acquaviva delle Fonti, in qualità di genitore di un utente del Servizio SAD , ;
2. Vetrano Giuseppe, residente ad Acquaviva delle Fonti in qualità di utente del Servizio ADI, – giuvetrano@libero.it ;
3. De Lorenzo Elisabetta, residente ad Acquaviva delle Fonti, in qualità di coniuge di un utente del Servizio ADI, – elisabettadelo@libero.it ;
4. Lopane Francesco residente a Cassano delle Murge, in qualità di coniuge di un utente del Servizio ADI;
5. Armigero
6. Fraccalvieri Giuseppe residente a Cassano delle Murge in qualità di presidente dell’Associazione per Psicomatosi e cerebrolesi “NovaVita ONLUS”, con sede in via Fratelli Esposito15 a Cassano delle Murge;
Restiamo a disposizione per qualsivoglia chiarimento.
Luogo e data del deposito
Bari,
Firme
ALLEGATI
ALLEGATO 1 – Convenzione per la Gestione Integrata dei Servizi;
ALLEGATO 2 – Elenco Utenti Servizi SAD e ADI;
ALLEGATO 3 – Prospetto Economico;
ALLEGATO 4 – Diffida Regione Puglia BURP-n.105 del 4-9-2018;
ALLEGATO 5- Affidamento diretto servizi;

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