Agenzia rete emergenza-urgenza (118). Conca: “Perché non preferire l’omogeneità di un coordinamento unico?”

“Il problema non è l’istituzione di un agenzia unica (AREU), ma come questa sarà organizzata in termini di risorse umane, strumentali, logistiche e tecnologiche. La rete dell’emergenza – urgenza ha bisogno di un riordino: in Puglia ora abbiamo un centinaio di postazioni del 118 gestite da una quarantina di associazioni private, onlus sulla carta, ma nella realtà associazioni  a scopo di lucro, salvo rare eccezioni, che finiscono per diventare serbatoi di voto per la malapolitica. Addirittura in salento ci sono associazioni che sono anche onoranze funebri, ti trasportano da vivo e da morto. Per non parlare delle auto india che non dovrebbero esistere né in cielo né in terra”. Lo dichiara il consigliere del M5S Mario Conca in merito al progetto dell’Agenzia unica della rete dell’emergenza – urgenza.

“Abbiamo fatto denunce – continua il pentastellato – alla procura della Repubblica, all’ispettorato del lavoro e alla stampa per segnalare lo sfruttamento dei volontari che lavorano in nero disattendendo quotidianamente la ratio della legge nazionale sul terzo settore e senza nessuna tutela. Non si possono definire volontarie persone che fanno 15 turni al mese, compreso notturni e festivi, imposti dall’associazione pena l’essere escluso dal giro. Cittadini che non maturano una pensione, sono sottopagati, non hanno diritto al ricollocamento e spesso lavorano marito e moglie. A questi lavoratori bisogna aggiungere i medici convenzionati che, oltre all’instabilità rispetto ai colleghi strutturati, sono sottopagati e sottoposti a stress continui, costretti in ambulanza fino all’età di settant’anni. Per non parlare del limbo normativo della non riconosciuta figura professionale dell’autista soccorritore, ignorato dall’Inail se si fa male durante un’emergenza e perseguibile dalla magistratura se omette il soccorso ”.

Conca sottolinea la disomogeneità nell’erogazione dei servizi d’emergenza causata dall’attuale sistema fatto di associazionismo e centrali operative slegate tra loro.

“Perché – incalza il pentastellato – non preferire l’omogeneità di una centrale unica di coordinamento dislocata su più sedi? Oggi le 5 centrali pugliesi per inviare pazienti in nosocomi di altre Asl devono chiamare l’altra centrale oppure direttamente l’ospedale per conoscere l’attesa al triage. Se il pronto soccorso è invece privato, come quello concesso impropriamente alla Mater Dei, nella centrale del Policlinico non vedono il numero dei pazienti in attesa. Vogliamo parlare della mancata applicazione del numero unico delle emergenze (NUE112) nonostante l’approvazione all’unanimità della mia mozione intervenuta due anni fa? Mi riferisco alla centrale interforze come quella finlandese e non certo ai tentativi all’italiana operati in alcune regioni del nord, dove i 40 secondi in più per il soccorso, altro non sono che l’ulteriore passaggio dai carabinieri (112) alla centrale operative territorialmente competente del 118. Ci sono Asl dove lo sbarellamento è veloce perché le spinali sono intercambiabili e dove invece devi attendere tre ore per tante motivazioni che meritano di essere ben argomentate per evitare polemiche. Se si deve trasportare un paziente bariatrico – prosegue – ci possono volere 3 ore per organizzare il soccorso perché mancano ambulanze attrezzate e si risolve con mezzi di fortuna o chiamando i vigili del fuoco. Non parliamo del soccorso in mare dove bisogna pregare il medico per farlo salire sulla motovedetta perché manca una organizzazione che sovrintenda e abbia il potere di dislocare team all’occorrenza. Ancora peggio il servizio di elisoccorso  che in Puglia, collegamento con le isole Tremiti a parte, non è dotato di basi HEMS, ed è anacronistico oltre che pericoloso e assurdo, vista la continua chiusura di ospedali di primo livello e la limitatezza dei Dipartimenti di Emergenza e Accettazione di secondo livello. Se si riducono le centrali operative si risparmierà, partendo innanzitutto dal taglio degli stipendi dei vertici del 118, per questo molti di loro si dicono contrari, unitamente ai presidenti delle associazioni che vedono traballare il loro business.

Vogliamo tornare a fare i provider, che è tipico dei sistemi universalistici Beveridge come il nostro, oppure vogliamo essere sempre più Commitment senza controllo e qualità per via della corruzione dilagante?”.

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