TORITTO: LO SCANDALO DELLA PISCINA RIABILITATIVA COSTRUITA E MAI APERTA

Stamattina, in compagnia di alcune associazioni che si occupano di riabilitazione, di alcuni ammalati di poliomelite protesizzati e di altri cittadini con patologie diverse, mi sono recato in visita al distretto socio sanitario di Toritto.

La scissione della neuropsichiatria dalla riabilitazione ha di fatto creato enormi disagi alle famiglie dei bambini e agli “assistiti” adulti, costringendoli a recarsi a Bari e a Cassano a pagamento.

Ci siamo recati a Toritto perché volevamo vedere con i nostri occhi la piscina riabilitativa costruita negli anni scorsi e mai aperta. Abbiamo dovuto faticare per cercare un varco per potervi accedere visto che l’esterno era murato come un loculo, alla fine ci siamo intrufolati da una porta di servizio, gli operatori hanno tentato invano di dissuaderci, e siamo arrivati davanti a queste immagini che naturalmente non hanno bisogno di commenti.

Qualcuno dovrà spiegarci perché sono stati spesi così tanti soldi, questo al paese mio si chiama danno erariale.

La tragedia è ancora più grave perché anche la piscina di Alberobello è chiusa, stessa sorte è toccata a quella dell’ex-Cto di Bari, mentre le piscine del Policlinico e di Poggiorsini non hanno mai visto l’acqua.

Il sistema sanitario regionale, quello che dovrebbe essere uguale in tutte le ASL, è a macchia di leopardo visto che a Taranto ad esempio le piscine funzionano e le prestazioni riabilitative vengono garantite nei livelli essenziali di assistenza.

Presidente Emiliano, è questo il riordino sanitario che vorrebbe spacciarci per assistenza?

Abbiamo fatto un’interrogazione per sapere quale era la situazione, quali erano le procedure che stavano mettendo in campo per poter risolvere queste criticità, ma abbiamo ricevuto una non risposta a dir poco sconcertante.

Ci hanno detto che i servizi riabilitativi sono extra Lea, ci hanno detto che all’interno del sistema sanitario regionale non esistono figure professionali adatte alla gestione delle piscine, ci hanno detto che essendo la Regione Puglia in piano di rientro le esternalizzazioni costerebbero troppo, allora la domanda sorge spontanea, perché avete costruito piscine che sapevate di non poter aprire?

Perché se i soldi sono pochi autorizziamo la mobilità passiva riabilitativa verso le altre regioni o addirittura all’estero come a Cuba?

Chi ci ripagherà di tutti questi milioni di euro sperperati?

Gli articoli 1 e 2 della legge 833 del 1978, inglobati dalla 502/92, prevedevano nel setting riabilitativo anche quello dell’uso delle piscine, notoriamente una cura che richiede meno tempo per il recupero delle funzionalità e aiuta a mantenere la tonicità dei muscoli ai poliomielitici, qualcuno può dirci se la 833 è ancora in vigore?

Noi non ci fermeremo e andremo avanti per richiamare alla responsabilità oggettiva tutte le persone preposte alla gestione del nostro patrimonio pubblico, chiederò alla Direzione generale e all’assessore Emiliano di farsene carico immediatamente dando risposte concrete, fatti. Se non si provvederà con la solerzia del caso manderemo tutte le carte alla Corte dei Conti perché accerti responsabilità e chieda a chi a chi ha sbagliato di ripagarci del danno subito…that’s Apulia!

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